Episodes

  • Agota Kristof - Ieri
    Aug 12 2022
    "Ieri" è più di un romanzo; è il suono donato a quel dolore che le parole non sanno descrivere.
    Agota Kristof splende d'una triste bellezza, primordiale come la sua scrittura, che rifugge il superfluo. È un Tobias alienato, quello a cui colei darà voce. È un uomo che soffre, come lei, come ognuno di noi.
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    16 mins
  • LESSNESS legge NKK - 05 - Quello che resta (Andrea Napoli)
    Aug 5 2022
    M'innamorai di questa poesia sin dalla prima lettura; speravo che, un giorno, avrei potuto registrarvi una mia interpretazione. Il quinto episodio dedicato alle opere del Nucleo Kubla Khan viaggia sull'elegante linea d'inchiostro tracciata da Andrea Napoli (presente nell'audio in qualità di seconda voce). Buon ascolto. . poesia tratta da "Gengive" (ed. Tra le Righe Libri, Collana Masnadieri, 2021)disponibile quihttps://www.lafeltrinelli.it/gengive-libro-andrea-napoli/e/9788832871760.Puoi seguirmi su Instagramhttps://www.instagram.com/andremenion/Sul mio sito ufficialehttps://andrealuigirusso.wixsite.com/lessnesssul Canale Telegramhttps://t.me/LESSNESSPodcastaudioletturesulla pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/andremenion/*** TRASCRIZIONE EPISODIO ***mezzo secolo di stellela testa si torce lamenta un baglioresul marciapiede della  stazione a due passi dal centroun viaggiatore si sposta sulla sinistrala mossa del cavallo negli scacchipoiché non è più tempo ormai di rimandaredistinguendo ciò che l'occhio può abbracciare con un giro d'orizzonteci dirigiamo verso il mare tu con i capelli legatimi fai sapere che  sulla pelle le tracce di un'amacasono più vere delle pieghe di un letto io ascolto senza capiree la saliva per un po' vacilla in boccaun ragazzo nero offre un caffè ad una ragazza bianca conversando in piedi sedutinel riflesso giorno le pause scuotono il silenzio del riflesso nottedietro il bancone di  un bar deve sempre esserci uno specchionon siamo certo noi a fare le regolelo sferregliare dei dischi oltrepassa qualcosaforse un ginocchioe penso che tu sia lì: perone tibia e femoretutto è temporaneo epidemie relazionipavimenti in linoleumla croce al neon di una farmaciaillumina l'angolo di una strada battuta da fumatori di quartiere e madri preoccupatedelle occasioni non restano che i rimpianticonfezioni di uova scadute e oceani insecchitisalvo incidenti domesticipercorsi individuali il nostro piccolo tempobottone inserito nell'occhiello sbagliato è opinione comunee tutte le opinioni sono vere e false tutte valide probabiliassurdela matematica non è un'opinionenon ho un'opinione al riguardoil caso ci mortificail tempo che sistema è il tempo che perdiamo vita è tutto ciò che poteva essere e ciò che è stato e chi ci capita casca in una posizione operosa e umilianteuno sbadiglio universaleche non può essere coperto con la mano ho sempre saputo che le dita fossero strutture semitrasparentima prima di riuscire a decifrarle ancora una voltatutto si perde nell'anatomia  di un bicchiere d'acquacome le tue labbrapeli pubici sulla ceramica del bagnoè ciò che resta della mia personalità uno stormo d'anatre da Riace affolla quel cielo azzurro che dona tanto alle ragazze biondemai fidarsi delle correnti d'ariadei pretesti e delle persone sincere conviene non guardare quei piccolissimi abbagli di bottiglia la smorfia del vetro quando le persiane si chiudono di scatto o quell'angolo morto in cima alle scalenon feci in tempo a rialzarmile onde si trafiggevano lui e l'altrala dodicesima ora vivida come la pelle di un tuffatore ci tiene ritti per le ascelle e già l'odore del mare emanazione dell'ariapreannuncia il significato del gestoeppure è strano come i tratti del viso ricordino la caduta dei massi il ponte della ferrovia il  chiosco dei libri usatie lo scoglio in acqua ripetono senza censure gli zigomie le altre parti del voltosono stanco di aspettare l'estatepiù in alto delle mareeuna bambina svita il tappo di una bottiglia se lo porta alle labbrae con la lingua ne raccoglie le goccebruciano gli occhi dei vecchi come l'acido nelle batterie o solamente si annoiano lì nella piazzaesclamando "nulla è rimasto"di quell'ombra che nasconde per un momentole tante lacrime di nessuno nulla è rimasto se non metà della sua altezza ma fintanto che una superficie esiste c'è un confine scivolare a poco a pococosì mi venne davantila M del labbro superiore  sembrava un libro aperto metàun volume di Majakovskij da  fondere nelle stagioni di ferro penetrante e poetico come il mento di un proiettilee poi l'annebbiamento della vista come panacea dell' "oggi come oggi" o del cambio delle stagioniquando l'aria è più secca e le stelle in cielo non sono che unghie scheggiateè solo un momento un ronzio di massa lucida e morenteche getta lo sguardo sul tagliere del tempoe indossi quel costume verde che non posso vederecoi tuoi grandi occhi elementari occhi verdi elementariche hanno paura di osare un "sono qui prendimi" paura di un sole che non scalda o forse di uno scarto come la vita disinserita ossessionata dal propositoe il mare che sputa sangue e le mani si dissetano un motivo ricorrentedue clavicole corrotte l'onda si frange e delle notti impiegatea vedere cose a sentire cose improbabili termometri al mercurioqualche dedica tenace non più che sciocchezze apoteosi dell'inutile esistenzialefino al grado zero della ...
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    11 mins
  • Progetto Proust - 05 - Le Fanciulle in Fiore
    Jul 29 2022
    Terminato il percorso a ritroso attraverso la strada di Swann, Proust inizia a confrontarsi con i turbamenti del suo giovane cuore. L'incontro con un'allegra brigata tutta al femminile, sul lungomare di Balbec, farà il resto. Buon ascolto..Puoi seguirmi su Instagramhttps://www.instagram.com/andremenion/Sul mio sito ufficialehttps://andrealuigirusso.wixsite.com/lessnesssul Canale Telegramhttps://t.me/LESSNESSPodcastaudioletturesulla pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/andremenion/***TRASCRIZIONE EPISODIO***Quel giorno, come i precedenti, Saint-Loup si era dovuto recare a Doncières dove, in attesa che rientrassi in modo definitivo, avrebbero ora avuto sempre bisogno di lui sino alla fine del pomeriggio. Rimpiangevo che non fosse più a Balbec. Avevo visto scendere di carrozza ed entrare le une nella sala da ballo del casinò, le altre dal gelataio, delle giovani donne che di lontano mi erano parse deliziose. Ero in uno di quei periodi della giovinezza sprovvisti di un amore particolare, Vacanti, in cui, come un innamorato la donna che gli ama, si desidera, si cerca, si vede dappertutto la Bellezza. Basta che un tratto reale, il poco che si scorge di una donna vista da lontano o di schiena, ci permetta di proiettare davanti a noi la Bellezza. E subito ci immaginiamo di averla riconosciuta. Il cuore ci batte affrettiamo il passo e resteremo sempre a metà Persuasi che era lei, Purché la donna sia scomparsa: soltanto se riusciamo a raggiungerla, Comprendiamo il nostro errore. D'altronde sempre più cagionevole di salute, ero indotto a sopravvalutare i piaceri più semplici per la difficoltà stessa di conseguirli. Donne eleganti, credevo di vederne dappertutto perché ero troppo stanco sulla spiaggia o troppo timido al casinò o in una pasticceria per accostarle. Tuttavia, se dovevo morire presto, mi sarebbe piaciuto sapere com'erano fatte da vicino. In realtà le più belle fanciulle che offrisse la vita quando pur fosse un'altro o anche nessuno A godere di quell'offerta. Non mi rendevo conto, infatti, che all'origine della mia curiosità c'era un desiderio di possesso. Avrei osato entrare nella sala da ballo se Saint-Loup fosse stato con me. Solo io restavo semplicemente davanti al Grand Hotel, aspettando il momento di andare incontro alla nonna. Quando quasi ancora all'altro capo del molo dove esse facevan muovere una macchia bizzarra, vidi avanzarsi cinque o sei ragazzine così diverse per l'aspetto e i modi da tutte le persone che si era soliti vedere a Balbec, come sarebbe potuto esserlo. Sbarcato non si sa di dove. Uno stormo di gabbiani che eseguisca a passi contati sulla spiaggia, mentre i ritardatari raggiungono gli altri con piccoli voli. Una passeggiata il cui fine appaia tanto oscuro ai bagnanti che essi non sembran vedere quanto chiaramente determinato per il loro spirito di uccelli. Una di quelle sconosciute spingeva davanti a sé con la mano la sua bicicletta. Altre due tenevano in mano mazze da golf e il loro abbigliamento contrastava con quello delle altre fanciulle di Balbec. Tra le quali è vero, alcune si davano agli sport, ma senza usare per questo una tenuta speciale. Fra tutta quella gente di cui alcuni seguivano un pensiero, ma le rivelavano, allora la mobilità con gesti meccanici e sguardi svagati, altrettanto poco armoniosi della circospetta titubanza dei vicini Le ragazzine che avevo scorto con quella destrezza dei gesti che nasce da una perfetta scioltezza del corpo e da un disprezzo sincero per il resto dell'umanità, Procedevano leste senza esitazioni né rigidezza, compiendo esattamente i movimenti voluti in una piena indipendenza reciproca di tutte le membra, mentre la maggior parte del corpo conservava quell'immobilità così notevole nelle buone ballerine di valzer. Esse non erano più lontane da me. Benché ognuna fosse un tipo assolutamente diverso dalle altre, tutte avevano una certa bellezza. Ma a dire il vero le vedevo da così pochi minuti e senza osare guardarle fissamente che non ne avevo ancora individuata nessuna. Tranne una il cui naso, diritto e la carnagione bruna faceva spiccare in mezzo alle altre, come in certi quadri del Rinascimento, un re mago di tipo arabo. Esse non mi erano note che una per un paio di occhi duri, ostinati e ridenti. Un'altra per le guance in cui il rosa aveva quella sfumatura di rame che rievoca il Geranio. E anche di questi tratti non ne avevo ancora legato indissolubilmente nessuno ad una fanciulla piuttosto che a un'altra. E quando, secondo l'ordine in cui si svolgeva quel piccolo corteo meraviglioso, perché vi erano accostati gli aspetti più diversi, tutte le gamme di colore vi comparivano una accanto all'altra, ma che era confuso come una musica in cui non avessi potuto isolare, riconoscere al passaggio le frasi distinte, ma dimenticate subito dopo vedevo emergere un ovale bianco, degli occhi neri, degli occhi verdi. Non sapevo se fossero gli stessi che mi avevano già deliziato un momento prima. Non potevo metterli in...
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    17 mins
  • LESSNESS legge NKK - 04 - Finché morte non vi spari (Pietropaolo Morrone)
    Jul 22 2022
    Perché un uomo s'è ridotto a vivere in macchina, espletando le proprie funzioni corporali in anfratti nascosti d'un parco pubblico? Bisogna conoscere la penna di Pietropaolo Morrone, presidente del Nucleo Kubla Khan, per scoprirlo. Un umorismo più nero della notte vi trascinerà attraverso 344+1 omicidi immaginari. Racconto pubblicato sul nº 26 della rivista FuoriAsse. Buon ascolto..La lettura del racconto è disponibile sul sito della rivista FuoriAsse all'indirizzohttps://www.cooperativaletteraria.it/2022/01/06/i-racconti-pietropaolo-morrone/.Puoi seguirmi su Instagramhttps://www.instagram.com/andremenion/Sul mio sito ufficialehttps://andrealuigirusso.wixsite.com/lessnesssul Canale Telegramhttps://t.me/LESSNESSPodcastaudioletturesulla pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/andremenion/***TRASCRIZIONE EPISODIO***Stamattina al parco, mentre ero seduto e la facevo dietro a un cedro, c’era un cane che si è avvicinato, pelo lungo, ciuffi appiccicaticci, un paio di giri e l’ha fatta pure lui, era bianco ma il bianco lo vedevi solo se ti concentravi e gli toglievi tutto lo sporco con la mente, lui mi guardava e io lo guardavo, non pensavo a niente né dicevo niente ché tra di loro si guardano così, senza parole, ho finito prima io, lui mi ha aspettato, mi guardava e ogni tanto sbadigliava, se n’è andato quando ha capito che non avevo niente da dargli, mica è come il giudice e mia moglie che non ci arrivano, anzi avevo ancora meno perché mi ero appena liberato. Il problema quando vivi in macchina non è che stai scomodo e ti rompi la schiena quando dormi, non sono il mangiare e il bere ché ti arrangi saltando il pasto un giorno sì e uno no, non è il freddo ché ti copri o accendi il motore se c’è benzina, né il caldo ché ti metti al fresco, non è urinare né andare solido ché trovi sempre posto, ma è lavarti il culo, quella è un’altra storia, e c’è uno zampillo nel parco al di là dei cedri, posso bere e togliermi il maglione scigato e sciacquarmi ché se passa qualcuno al massimo mi guarda stranito ma poi tira dritto ché mica può pensare a uno che vive in macchina, a parte il fatto che il culo non ci arriva allo zampillo ma anche se ciarrivasse chiamerebbero i vigili, è tutta questione di esperienza, ho trovato che il modo migliore è usare l’erba, il guaio è quando non c’è o prendi quella sbagliata ma dopo un po’ arrivi a distinguere l’erba buona per il culo. Mentre la facevo non pensavo a niente ma guardavo a terra ché l’ho imparato a fare da quando sono in strada, e cioè dal divorzio, quasi tre anni giusti, guardo sempre a terra anche quando non la faccio, e se ci pensi ci sono tre tipi di persone, quelli che guardano il cielo, quelli che guardano dritto e gli altri che strisciano gli occhi a terra come me, e non puoi capire quante sigarette mezze fumate si trovano a terra e nei parchi e lungo i marciapiedi, qualche volta ne trovi una mezza intera nella fezza delle cicche e così la prendi, la raddrizzi tra pollice e indice, la schiacci un po’ qua e un po’ là per farla assomigliare a una sigaretta bella fresca e liscia, poi stacchi il filtro e te la fumi, come quella che ho trovato stamattina, sono andato verso l’auto ché avevo lasciato l’accendino e me la potevo pigliare comoda ché per andare al magazzino dove lavoro c’erano ancora due ore, me la sono goduta a occhi chiusi ché il trucco è tenere il fumo il più possibile e poi sfiatarlo un poco alla volta e mentre la macchina si riempiva di nebbia pensavo a mio padre che si sparava Nazionali senza filtro, non fumare papà, gli dicevo, e lui mi guardava e aspirava a lungo chiudendo gli occhi, tengo sempre gli sportelli chiusi per bene così mi posso aspirare lo stesso fumo tante volte, sempre fumo è.L’altro giorno sono passato davanti al mio portone che poi non è mica più mio, cioè non proprio davanti ché non sia mai che mi vedano se no l’avvocato di mia moglie va a nozze, stavo dall’altra parte della strada appoggiato a un palo della luce col cappello sulla faccia e a un certo punto arriva lui, lo pseudo-hippie-rugoso-capellone, io almeno me le trovavo lisce le donne, si avvicina al portone, ondeggia la zazzera brizzo, poi tira fuori la chiave dalla tasca, anzi un mazzo intero e ci mette pure un po’ a trovare quella del mio portone, hai capito il giovanotto infeltrito, mica scemo! certe volte penso che strano essere divorziati e sentirsi cornuti, il giudice ipse dixit ha detto che deve mantenere lo stesso tenore di vita mia moglie ma io a volte non glieli dò tutti gli alimenti, e pensare che si spara un pacchetto di sigarette al giorno, ne fumasse di meno avrebbe bisogno di meno alimenti, mi dice ogni volta che mi querela ma le querele non mi arrivano mai ché il servizio postale non funziona per chi vive in macchina, poi che ho fatto? ho acceso un’altra mezza cicca che tenevo in tasca ma finisce subito ché non riesco sempre a fare boccate lunghe, passa un’altra mezz...
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    13 mins
  • Iosif Brodskij - Fondamenta degli incurabili
    Jul 15 2022
    Iosif Brodskij celebra, con questo libro che sa di confessione a se stesso, lo stupore che regala, ai suoi occhi, la città di Venezia, e Lessness, dal canto suo, celebra, con questo nuovo episodio, una delle figure più affascinanti della letteratura del XXº secolo, premio Nobel nel 1987. Buon ascolto.
    .
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    ***TRASCRIZIONE EPISODIO***


    voglio vedere una nuvola o la cresta di 
    un'onda che lambisce la riva a mezzanotte

    questo per me è tempo che esce dall'acqua 
    quando fisso il lungo pizzo che depone sulla  

    spiaggia non lo guardo con la curiosità di una 
    zingara sapiente ma con tenerezza e gratitudine

    così ho messo gli occhi su questa città 
    questo è il come e nel mio caso il perché  

    non c'è nulla di freudiano in questa fantasia 
    o nulla che si ricolleghi specificatamente ai  

    cordati anche se non c'è dubbio si potrebbe 
    scoprire qualche nesso evoluzionistico se  

    non proprio ancestrale o autobiografico tra il 
    disegno che un'onda lascia sulla sabbia e lo  

    sguardo con cui lo osserva un discendente 
    dell'ittiosauro un altro mostro anche lui

    il pizzo verticale delle facciate 
    veneziane è il più bel disegno che  

    il tempo alias acqua abbia lasciato sulla 
    terraferma in qualsiasi parte del globo

    in più esiste indubbiamente una corrispondenza 
    se non un nesso esplicito tra la natura  

    rettangolare delle forme di quel pizzo 
    ossia degli edifici veneziani e l'anarchia  

    dell'acqua che disdegna la nozione di 
    forma è come se lo spazio consapevole  

    qui più che in qualsiasi altro luogo della 
    propria inferiorità rispetto al tempo gli  

    rispondesse con l'unica proprietà che 
    il tempo non possiede con la bellezza

    ed ecco perché l'acqua prende questa risposta 
    la torce la ritorce la percuote la sbriciola  

    ma alla fine la porta pressoché 
    intatta verso il largo nell'adriatico
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    5 mins
  • LESSNESS legge NKK - 03 - È stato bello stasera (Andrea Russo)
    Jul 8 2022
    Un foglio su cui manca soltanto una firma, una cucina divorata dall'eco dei ricordi: per la fine di un'unione non rimangono che gli avanzi della Memoria. Il terzo episodio dedicato al collettivo di scrittori Nucleo Kubla Khan, stavolta, ha come protagonista un mio racconto. Buon ascolto.
    .
    Il racconto è online
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    o sul sito ufficiale NKK
    http://nucleokublakhan.it/e-stato-bello-stasera/
    Foto di Roberta Scardamaglia
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    ***TRASCRIZIONE EPISODIO***

    Invidio i buoi, perché ignorano la mannaia. Tu non capivi, non avevo bisogno di girarmi verso di te per riflettermi nelle tue pupille smarrite. Tra noi due, dove le avevi posate prima del mio arrivo, le carte su cui il tuo avvocato pretendeva ci fosse la firma di entrambi; con la coda dell’occhio scorsi che era rimasto dello spazio soltanto sotto il mio nome. Mi avevi lasciato persino la penna, affinché non perdessi troppo tempo a cercarne una per casa. Il legno e la mano sul tavolo della cucina, al servizio della signorile arte del fingersi già morti: anticipare il Tempo, batterlo dove lui pare invincibile. Il dovuto, l’inevitabile, le conseguenze pomeridiane di una tazza di caffè, dipingono, meglio di qualsiasi altra cosa, un suicidio che, di colpo, riporterebbe ogni cosa al proprio posto. Mia madre era una donna portentosa; una sagoma che si stagliava fra me e la mano di Bea, la figlia dei vicini. Bea: riccioli castani e macchie di pomodoro sul grembiule; la bimba non capiva, io la assaggiavo fra le cosce: sapeva ancora di piscio e tessuto, sul divano, nel salotto, nella casa in cui i miei primi cinque anni di vita divennero, col senno di poi, il ricordo più felice. E ora tu, qui, a cercare di immaginarti bovina con me a fianco, a dare un senso a quest’uguale che ha smarrito la sua equazione. Siamo ridicoli, io e te, divisi dal cesto che ci ha regalato tua sorella per lo scorso Natale. Rimango in silenzio a guardare le molliche dell’arredamento, i brandelli a rate che suonano la succosa melodia del metallo che tritura la santità. Non sono ormai che un uomo fatto e finito, che perdura in quei pochi silenzi che ha ancora la forza di riconoscere. Fosse perlomeno sopravvissuta la televisione! Il suo personale arbitrio, la strafottenza del catodico che impartisce, educa; ora tu Loredana, come milioni e milioni di tuoi simili, ti credi capace di discernere, di saper valutare, senza nemmeno sapere il nome del fiore che hai calpestato.

    CONTINUA SU
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    11 mins
  • Giorgio Manganelli - Dall'Inferno
    Jul 1 2022
    Il più audace fra i suoi romanzi, dove comicità e angoscia si mescolano in un'elegante, grottesco, ragionare delle cose umane, ché, in fin dei conti, non siamo che "il rudimento d'una famiglia".. Puoi seguirmi su Instagramhttps://www.instagram.com/andremenion/Sul mio sito ufficialehttps://andrealuigirusso.wixsite.com/lessnesso sulla pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/andremenion/***TRASCRIZIONE EPISODIO***un poco taccio poi a me ripeto ma insomma sono io morto e se sì giacché altrimenti  non posso spiegare il mutamento del luogo che significa topograficamente esser morto  mi rammento di antiche dottrine e di voci pazienti che mi diseducavano dall'amor di me  stesso gusto un frettoloso l'odio di me stesso e infine mi dico certamente questo è l'infernomentre la voce distratta si trascina io chiudo gli occhiho di nuovo di fronte il me stesso di paglia mi guarda i suoi occhi non esprimono tristezza né  supplica non è più solo gli è accanto la figura stranamente benevola vestita alla  maniera dei vecchi medici nella destra tiene una sorta di forbice dalle lame lunghe e affilatesorride e mi fa un inchino e avanza un poco con la mano sinistra e la sinistra stringe  e cautamente una bambola nuda è una bambola piccola e non della di stoffa ne pare ma dura  capisco e compatta è una femmina e sebbene stia immobile indovino che questa bambola  una sua capacità di muoversi forse grazie a interiori meccanismi molle e ingranaggil'ha scruto nel volto un volto più cauto che anonimo le labbra appena scostate mi propongono  un seghettato sorriso di minutissimi denti un orrore profondo mi sconvolge vedo chiaramente  che il me stesso di paglia l'uomo in guisa di medico le forbici e la bambola  alludono a qualche gesto in cui l'orrore si mescolerà irreparabilmente alla dolcezzacerco di capire se il centro dell'orrore sia la bambola il medico il me stesso urlo apro gli occhihai visto la bambola - dice la terza voce - è un sogno giustoè orribile appunto questo sogno è un messaggio dei  demoni cui non ci sono sogni quanto a demoni, chiunque può esserlo anche tutaccio non è in effetti impossibile che io sia ora demone che il mio travestimento umano si sia  diradato quanto basta per lasciar trasparire la mia qualità demoniaca forse è vero che sono mortocerto se mi penso come demone capisco o credo di capire la ferocia della mia condizione di  vivo quella che ho chiamato mi pare la strettura del corpo quell'essere troppo minuto per l'anima  seviziante che voleva essere partorita ma allora che è mai quel cerretano da burla e strazio e  perché mi sono duplicato in un me stesso di paglia e tuttavia senziente e che cosa è la bambolaper adesso è una bambola - riprende la voce  monotona e sorda - poi la si conosce meglio o peggionon sono stupito dalla lettura del mio pensiero ma urtato come da una indelicatezza confesso che non  riesco più a capire esattamente quali siano i miei limiti può essere che quella voce o voci  che mi rispondono altro non siano che luoghi del me stesso così come un tempo avvertivo il  mormorio delle orecchie o l'urlo del diaframma terrorizzato dunque non è impossibile che io  legga il mio pensiero ed io mi risponda e se io posso essermi demone forse posso  essere inferno se io sono l'inferno tutti un giorno o una notte passeranno dentro di metutto ciò non ha senso o piuttosto ha il senso del non senso ma ora devo decidere se continuare  o meno ciò che chiamo il sogno se non consento ai gesti del cerretano tutto si fermerà e sia  questo o meno l'inferno non accadrà più nulla rifiutandomi al me stesso sotto forma di sogno  io sarò di impedimento al decorso di questo luogo non già al suo procedere temporale  che sospetto ormai essere impossibile ma al suo svolgersi in forma di itinerarioora le trattative sono con la stanchezza del labirinto o con il labirinto come itinerariose voglio sperimentare il labirinto devo subire accogliere dare il benvenuto al sogno  quale si sia la sofferenza che il cerretano infliggerà al fantoccio in cui mi riconoscoma quel che soprattutto interessa e conoscere la bambolaper ripartire debbo retrocedere giacché non c'è dubbio che il cerretano è in qualche modo oltre  lungo il percorso del labirinto dunque chiuderò gli occhi il cerretano mi fa un  cenno del capo stava dunque aspettando che gli consentissi di riprendere la sua operasorride è benevolo si volge verso il fantoccio e non senza grazia con le  forbici gli apre il petto vedo che il fantoccio non è colmo di paglia ma di  una materia untuosa grassa e cedevole il cerretano la scosta con le mani sottili e  introduce la bambola poi la ricopre di quella materia infine riaccosta la pelle e salda con  una sorta di resina non vedo dove tragga codesta resina forse la secerne dalle ditaguardo in volto il fantoccio non rivela dolore ma un orrore afonoso che l'operazione non ...
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    14 mins
  • Lessness legge NKK - 02 - Nonostante sia (Nazareno Loise)
    Jun 22 2022
    Secondo episodio dedicato al lavoro del collettivo di scrittori Nucleo Kubla Khan. La poesia, sublime, di Nazareno Loise, parla ai cuori scollati da questo nostro Tempo. Che le vostre orecchie non perdano mai la retta via.
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    ***TRASCRIZIONE EPISODIO***

    D'ancor prima io desiderato
    deserto impensierito batto gli attimi
    più soli ancora in fuga
    dai luoghi insegnati dalla folla.

    A distanza d'una piccola morte
    sai dirmi adesso dove andare?

    Dacché soltanto in queste negligenze potrei
    riconoscere il recesso incendiario
    dei miei gesti in allegria
    tanto che ormai ministri e camerieri,
    editori e borghesi conoscono
    per filo e per segno la loro mia vera natura.
    Ad ignorare quale cenere mi decori
    sono rimasto io soltanto. Solo
    con la mia cortese e valorosa noia.

    Desidero per tornare altrove,
    tra le stelle dove dimora lo stile dei miei padri,
    ma nonostante sia
    non so fuggire
    la ragione del mio Amore.
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    3 mins