• LESSNESS legge NKK - 05 - Quello che resta (Andrea Napoli)

  • Aug 5 2022
  • Length: 11 mins
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LESSNESS legge NKK - 05 - Quello che resta (Andrea Napoli)

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  • M'innamorai di questa poesia sin dalla prima lettura; speravo che, un giorno, avrei potuto registrarvi una mia interpretazione. Il quinto episodio dedicato alle opere del Nucleo Kubla Khan viaggia sull'elegante linea d'inchiostro tracciata da Andrea Napoli (presente nell'audio in qualità di seconda voce). Buon ascolto. . poesia tratta da "Gengive" (ed. Tra le Righe Libri, Collana Masnadieri, 2021)disponibile quihttps://www.lafeltrinelli.it/gengive-libro-andrea-napoli/e/9788832871760.Puoi seguirmi su Instagramhttps://www.instagram.com/andremenion/Sul mio sito ufficialehttps://andrealuigirusso.wixsite.com/lessnesssul Canale Telegramhttps://t.me/LESSNESSPodcastaudioletturesulla pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/andremenion/*** TRASCRIZIONE EPISODIO ***mezzo secolo di stellela testa si torce lamenta un baglioresul marciapiede della  stazione a due passi dal centroun viaggiatore si sposta sulla sinistrala mossa del cavallo negli scacchipoiché non è più tempo ormai di rimandaredistinguendo ciò che l'occhio può abbracciare con un giro d'orizzonteci dirigiamo verso il mare tu con i capelli legatimi fai sapere che  sulla pelle le tracce di un'amacasono più vere delle pieghe di un letto io ascolto senza capiree la saliva per un po' vacilla in boccaun ragazzo nero offre un caffè ad una ragazza bianca conversando in piedi sedutinel riflesso giorno le pause scuotono il silenzio del riflesso nottedietro il bancone di  un bar deve sempre esserci uno specchionon siamo certo noi a fare le regolelo sferregliare dei dischi oltrepassa qualcosaforse un ginocchioe penso che tu sia lì: perone tibia e femoretutto è temporaneo epidemie relazionipavimenti in linoleumla croce al neon di una farmaciaillumina l'angolo di una strada battuta da fumatori di quartiere e madri preoccupatedelle occasioni non restano che i rimpianticonfezioni di uova scadute e oceani insecchitisalvo incidenti domesticipercorsi individuali il nostro piccolo tempobottone inserito nell'occhiello sbagliato è opinione comunee tutte le opinioni sono vere e false tutte valide probabiliassurdela matematica non è un'opinionenon ho un'opinione al riguardoil caso ci mortificail tempo che sistema è il tempo che perdiamo vita è tutto ciò che poteva essere e ciò che è stato e chi ci capita casca in una posizione operosa e umilianteuno sbadiglio universaleche non può essere coperto con la mano ho sempre saputo che le dita fossero strutture semitrasparentima prima di riuscire a decifrarle ancora una voltatutto si perde nell'anatomia  di un bicchiere d'acquacome le tue labbrapeli pubici sulla ceramica del bagnoè ciò che resta della mia personalità uno stormo d'anatre da Riace affolla quel cielo azzurro che dona tanto alle ragazze biondemai fidarsi delle correnti d'ariadei pretesti e delle persone sincere conviene non guardare quei piccolissimi abbagli di bottiglia la smorfia del vetro quando le persiane si chiudono di scatto o quell'angolo morto in cima alle scalenon feci in tempo a rialzarmile onde si trafiggevano lui e l'altrala dodicesima ora vivida come la pelle di un tuffatore ci tiene ritti per le ascelle e già l'odore del mare emanazione dell'ariapreannuncia il significato del gestoeppure è strano come i tratti del viso ricordino la caduta dei massi il ponte della ferrovia il  chiosco dei libri usatie lo scoglio in acqua ripetono senza censure gli zigomie le altre parti del voltosono stanco di aspettare l'estatepiù in alto delle mareeuna bambina svita il tappo di una bottiglia se lo porta alle labbrae con la lingua ne raccoglie le goccebruciano gli occhi dei vecchi come l'acido nelle batterie o solamente si annoiano lì nella piazzaesclamando "nulla è rimasto"di quell'ombra che nasconde per un momentole tante lacrime di nessuno nulla è rimasto se non metà della sua altezza ma fintanto che una superficie esiste c'è un confine scivolare a poco a pococosì mi venne davantila M del labbro superiore  sembrava un libro aperto metàun volume di Majakovskij da  fondere nelle stagioni di ferro penetrante e poetico come il mento di un proiettilee poi l'annebbiamento della vista come panacea dell' "oggi come oggi" o del cambio delle stagioniquando l'aria è più secca e le stelle in cielo non sono che unghie scheggiateè solo un momento un ronzio di massa lucida e morenteche getta lo sguardo sul tagliere del tempoe indossi quel costume verde che non posso vederecoi tuoi grandi occhi elementari occhi verdi elementariche hanno paura di osare un "sono qui prendimi" paura di un sole che non scalda o forse di uno scarto come la vita disinserita ossessionata dal propositoe il mare che sputa sangue e le mani si dissetano un motivo ricorrentedue clavicole corrotte l'onda si frange e delle notti impiegatea vedere cose a sentire cose improbabili termometri al mercurioqualche dedica tenace non più che sciocchezze apoteosi dell'inutile esistenzialefino al grado zero della ...
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