• S1E22 Suunto Run: L'Accesso all'OLED per il Runner Moderno
    May 18 2025

    Negli ultimi anni, l'evoluzione degli sportwatch si è concentrata sull'ottimizzazione dell'esperienza utente, con un'attenzione particolare alla qualità del display. Suunto, marchio finlandese rinomato per la sua affidabilità e precisione, si inserisce in questa tendenza con il nuovo Run, un modello pensato per i runner che desiderano un dispositivo completo senza rinunciare a un display moderno e accattivante. Questo sportwatch segna un passo importante nella transizione di Suunto verso la tecnologia OLED, posizionandosi come un'opzione interessante e accessibile nel panorama degli sportwatch dedicati alla corsa.


    Un Display OLED che Fa la Differenza

    L'elemento distintivo del Suunto Run è senza dubbio il suo display OLED. Questa tecnologia offre un contrasto cromatico superiore rispetto ai tradizionali display MIP (Memory In Pixel), rendendo le informazioni più chiare e leggibili in diverse condizioni di luce. L'interfaccia utente è stata riprogettata per sfruttare al meglio le potenzialità del display OLED, presentando i dati in modo più intuitivo ed efficace. Questo non significa solo un'esperienza visiva più piacevole, ma anche una migliore comprensione delle proprie performance durante l'allenamento. Il display, con una risoluzione di 466x466 pixel, condivide le stesse specifiche del modello superiore Suunto Race S, garantendo una nitidezza elevata.


    Funzionalità Essenziali per il Runner

    Il Suunto Run non sacrifica le funzionalità chiave per la corsa pur mantenendo un prezzo competitivo. Pur riducendo il numero di sport tracciati rispetto al modello Race S (da oltre 95 a 34), l'attenzione è focalizzata sulle metriche più rilevanti per i runner. L'orologio offre analisi dettagliate del carico di allenamento, monitoraggio della performance, stima del tempo di recupero e valutazione dello stato di preparazione atletica. La possibilità di creare allenamenti strutturati, impostare obiettivi personalizzati e utilizzare la funzione "ghost runner" per sfidare se stessi, rende il Suunto Run un valido alleato per migliorare le proprie performance. Novità interessanti includono una modalità di corsa su pista ottimizzata, che traccia con precisione il percorso, e una modalità specifica per la preparazione alla maratona, con analisi in tempo reale delle prestazioni.


    Design Leggero e Resistente, con un Tocco di Praticità

    Il Suunto Run si distingue per la sua leggerezza e robustezza. La cassa in plastica, con un diametro di 46 mm, contribuisce a un peso complessivo di soli 36 grammi, rendendo l'orologio estremamente confortevole da indossare anche durante le corse più lunghe. Il display è protetto da Gorilla Glass, garantendo resistenza ai graffi e agli urti. La resistenza all'acqua fino a 50 metri di profondità permette di utilizzare l'orologio in piscina o durante attività acquatiche. Un dettaglio apprezzabile è l'integrazione di un lettore musicale MP3, che consente di ascoltare la propria musica direttamente dall'orologio, senza la necessità di portare con sé uno smartphone. La memoria interna di 4 GB offre spazio sufficiente per archiviare un numero considerevole di brani musicali.


    Un Equilibrio tra Prestazioni e Accessibilità

    Il Suunto Run si posiziona come un'opzione interessante per i runner che desiderano un sportwatch completo e moderno senza spendere una fortuna. Pur non supportando le app SuuntoPlus, grazie a un sistema operativo differente rispetto agli altri modelli Suunto, offre un pacchetto di funzionalità essenziali per la corsa, un display OLED di alta qualità e un design leggero e resistente. Con un prezzo suggerito di 249 euro, il Suunto Run rappresenta un ottimo compromesso tra prestazioni, funzionalità e accessibilità, aprendo le porte alla tecnologia OLED a un pubblico più ampio di appassionati di running. L'autonomia in modalità GPS è leggermente ridotta rispetto al modello superiore (20 ore contro le 30), ma rimane comunque adeguata per la maggior parte delle attività di corsa.

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    4 mins
  • S1E21 Il Running Italiano è in Movimento: FIDAL ed EPS Ridefiniscono le Regole del Gioco!
    May 16 2025

    Amanti della corsa, preparatevi! 🚨 Un accordo storico tra FIDAL ed EPS sta per cambiare radicalmente il panorama del running italiano.

    In questo episodio di BUSHIDO RUN PODCAST, analizziamo nel dettaglio:

    * Cosa significa l'accordo per atleti, organizzatori e società sportive.

    * Come cambieranno i calendari delle gare.

    * Perché l'omologazione dei percorsi è ora esclusiva della FIDAL.

    * Cosa aspettarsi in termini di controlli sui tesseramenti e presenza dei giudici di gara.


    Non perderti questo episodio fondamentale per capire il futuro del running in Italia! 💪

    #runningitalia #fidal #eps #runningnews #bushidurunpodcast #unodici300it #corsadettaglio #runningcommunity #novitàrunning #podcastrunning

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    3 mins
  • S1E20 Perché ho iniziato a studiare i percorsi (e tu dovresti farlo)
    May 15 2025

    Ciao runner,

    ci sono voluti anni, chilometri e qualche errore di valutazione per capire che prepararsi a una gara non significa solo allenarsi bene. A un certo punto, ho capito che conoscere il percorso può cambiare radicalmente il modo in cui lo affronti. Non parlo solo di sapere quanti chilometri mancano all’arrivo, ma di imparare a leggere il tracciato, a riconoscere in anticipo dove ti metterà alla prova e dove, invece, potresti rifiatare o osare.

    È un approccio che ho iniziato quasi per caso — una volta mi ero iscritto a un trail e avevo sottovalutato completamente una lunga discesa tecnica nel finale. Lì ho capito che sapere cosa ti aspetta non è “da maniaci del controllo”: è semplice buon senso. Oggi ti racconto perché fare la ricognizione del percorso, anche solo virtuale, può davvero diventare una delle tue armi migliori.

    Un percorso non è mai neutro. Ogni gara ha una sua geografia, un suo ritmo interno, che spesso non emerge guardando solo il chilometraggio. Col tempo ho imparato a leggere le altimetrie con lo stesso interesse con cui studiavo le tabelle di allenamento. E sai cosa ho scoperto? Che sapere, ad esempio, che al 18° km c’è un cavalcavia fastidioso, o che al 32° inizia una salita costante, può cambiare il modo in cui gestisci tutto ciò che viene prima.

    Non si tratta di “paura” del percorso, ma di rispetto. Sapere dove sarà più difficile ti aiuta a evitare di sprecare energie prima, a risparmiare qualcosa per quel tratto dove quasi tutti calano, ma tu — che lo aspettavi — puoi tenere.

    Quando ho la possibilità, vado a vedere il percorso dal vivo. A volte anche solo una parte: magari gli ultimi 5 km, o la salita più lunga. Non serve sempre fare il percorso completo. Quello che cerco è una sensazione reale: com’è il fondo? Quanto spinge davvero quella pendenza? Dove mi sembrerà lungo anche solo un chilometro?

    Non sempre si può, lo so. Quando non è possibile, studio mappe, profili altimetrici, video, e chiedo a chi ha già corso quella gara. Non mi interessa tanto la velocità a cui hanno corso, ma cosa hanno notato, dove hanno avuto un calo, cosa non si aspettavano. Le testimonianze sono spesso più preziose dei dati.

    Conoscere il percorso serve anche a un altro scopo, spesso trascurato: ridurre l’incertezza. In gara, quando si accumula stanchezza, ogni dettaglio sconosciuto può trasformarsi in una montagna. Ho visto runner andare in crisi su un sottopasso solo perché non se lo aspettavano. Se invece sai che arriva, diventa solo un passaggio in più.

    Fare ricognizione è un allenamento mentale. Significa prefigurarsi la gara in anticipo, sapere quando potrai bere, dove sarà meglio mangiare, quando ti conviene non forzare anche se ti senti bene. È come avere una piccola mappa mentale da seguire, che ti aiuta a non perdere la bussola quando le gambe iniziano a fare i capricci.

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  • S1E19 Correre per esplorare: Trail Valley Challenge
    May 14 2025

    Ti sei mai chiesto cosa si prova a correre lungo antichi sentieri di pellegrini, attraversando borghi medievali che sembrano sospesi nel tempo? Ho vissuto queste emozioni sulla mia pelle, e oggi voglio condividere con te un'opportunità che potrebbe cambiare la tua visione della corsa: il circuito Trail Valley Challenge 2025.

    Non si tratta solo di una serie di gare, ma di un vero viaggio attraverso paesaggi che raccontano storie millenarie. Un percorso che ti metterà alla prova non solo fisicamente, ma anche emotivamente, insegnandoti che i limiti esistono solo nella nostra mente.

    Quando ho corso per la prima volta sui sentieri piacentini, ho compreso che non stavo semplicemente partecipando a una gara. Stavo dialogando con il territorio. Ogni passo mi ha raccontato storie di antichi castelli, ogni salita mi ha mostrato panorami che hanno nutrito lo spirito ben oltre la fatica muscolare.

    Il Trail Valley Challenge è strutturato proprio per farti vivere questa connessione profonda: 9 appuntamenti distribuiti nell'arco dell'anno, ognuno con la sua identità e le sue peculiarità. Dal freddo di gennaio con l'Arquato Trail fino alla festosa atmosfera natalizia delle Tre Ore del Panettone a dicembre.

    Ti consiglio di approcciare questo circuito non con l'ansia della prestazione, ma con la curiosità dell'esploratore. Ogni gara ti porterà a scoprire angoli nascosti della provincia piacentina che altrimenti non avresti mai conosciuto: borghi arroccati, castelli maestosi, vallate silenziose dove il tempo sembra essersi fermato.

    Una delle caratteristiche più interessanti del Trail Valley Challenge è la sua struttura bifida: "Fast and Furious" per chi predilige le distanze sotto i 30 km, e "Running Long" per gli amanti delle lunghe distanze.

    Non sentirti obbligato a scegliere definitivamente una categoria: il bello di questo circuito è proprio la sua flessibilità. Puoi iniziare con l'Arquato Trail a gennaio, testando la tua condizione su distanze più brevi, per poi osare con percorsi da 57 e addirittura 100 km.

    Ti suggerisco di costruire la tua stagione con intelligenza, alternando gare più brevi a sfide più lunghe, bilanciando il desiderio di velocità con quello dell'endurance. Ricorda che non è necessario partecipare a tutte le prove per entrare in classifica: i punteggi vengono calcolati sulle gare a cui effettivamente prenderai parte.

    Il sistema di punteggio del Trail Valley Challenge è stato studiato per premiare non solo la prestazione, ma anche la partecipazione e la costanza. Non è solo questione di arrivare primi: ogni gara completata ti garantisce "punti finisher" che si sommano ai "punti classifica".

    Ho scoperto che questo approccio cambia completamente la percezione della competizione. Ricordo una mia gara particolarmente difficile sull'Abbots Way, dove le mie condizioni mi avevano fatto pensare al ritiro. La consapevolezza che anche solo concludere la prova avrebbe contribuito significativamente alla mia classifica generale mi ha dato la forza di proseguire.

    Questo sistema premia la resilienza e la capacità di adattamento più che la pura performance. Ti consiglio di tenere d'occhio sia la tua posizione in classifica che i punti accumulati: a volte una strategia di partecipazione costante può portarti più in alto di qualche prestazione eccezionale isolata.

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  • S1E18 Riflessioni su Cocodona 250 2025
    May 13 2025

    Ciao runner! Oggi voglio condividere con te alcune riflessioni sulla corsa di ultraresistenza, ispirate dall'aver visto Cocodona 250 del 2025. Questa gara mi ha fatto ripensare a cosa significhi davvero spingersi oltre i propri limiti e come possiamo tutti applicare queste lezioni nel nostro percorso personale.

    Ho osservato con ammirazione come i vincitori della Cocodona non fossero necessariamente i più veloci nelle fasi iniziali. Rachel Entrekin, che ha difeso il suo titolo femminile stabilendo un nuovo record di 63:50:55, ha dimostrato che mantenere un ritmo sostenibile è più importante della velocità iniziale.

    La sua strategia mi ha ricordato quanto sia fondamentale per noi tutti trovare il nostro passo. Quando corri, non confrontarti con gli altri, ma trova il ritmo che puoi mantenere a lungo. E io ne so qualcosa quando faccio le gare in circuito da 24 ore. Le tue uscite di allenamento non devono essere sprint continui. Ho imparato sulla mia pelle che correre al 70-80% delle tue capacità ti permette di mantenere la costanza nel tempo.

    Pensa alla tua corsa come a un investimento a lungo termine: piccoli depositi giornalieri di chilometri porteranno a risultati sorprendenti nel tempo.

    Durante la Cocodona, il ritiro inaspettato di Courtney Dauwalter, che guidava temporaneamente la classifica generale prima di un "cedimento completo del corpo" alla stazione di Mingus Mountain, mi ha fatto riflettere su quanto siamo tutti vulnerabili.

    La tua capacità di adattamento è la tua vera forza. Non è la perfezione del piano che conta, ma come reagisci quando quel piano va in frantumi. Ti suggerisco di includere nei tuoi allenamenti situazioni di "stress controllato": corri sotto la pioggia, affronta percorsi impegnativi, abituati a gestire piccoli disagi. Questi momenti costruiranno la tua resilienza mentale.

    La gara maschile della Cocodona ha visto Dan Green trionfare con un tempo di 58:47:18, battendo il record precedente di oltre un'ora. Ma ciò che mi ha colpito è stata la prestazione di Edher Ramirez, il cui sprint finale gli ha permesso di conquistare il terzo posto con un tempo di 63:10:13.

    Questo mi ha fatto pensare a quanto sia importante saper gestire le energie. Nei tuoi allenamenti, prova ad aggiungere progressivi alla fine delle tue corse lunghe. Inizia lentamente, ma impara a spingere quando sei stanco. Questa capacità di accelerare quando il corpo vorrebbe rallentare è ciò che ti distinguerà nei momenti decisivi.

    Non devi essere il più veloce dall'inizio alla fine. A volte, è la capacità di trovare energia quando gli altri stanno cedendo che fa la differenza. Nel tuo prossimo allenamento, prova ad aumentare leggermente il ritmo negli ultimi 2-3 chilometri. Ti sorprenderai di quanto puoi ancora dare quando pensi di essere al limite.

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  • S1E17 Come prepararsi per una maratona: Allenamento e Strategie
    May 12 2025

    Correre una maratona è un'impresa epica che richiede duro lavoro, disciplina e una grande dedizione. Se stai pensando di sfidarti in questa avventura mozzafiato come ho fatto io in passato, sei nel posto giusto. In questo blog andrò ad inserire i miei appunti presi prima, dopo e spesso pensati durante le mie gare.

    Nel mondo del running, l'allenamento costante, la disciplina e la passione per la corsa sono elementi essenziali per migliorare le proprie prestazioni e raggiungere gli obiettivi personali. Tuttavia, un aspetto spesso trascurato ma di vitale importanza per gli amanti dell'atletica leggera è la salute fisica e il benessere generale. Nella corsa, il tuo corpo è lo strumento principale. Mantenere il corpo in uno stato di salute ottimale è fondamentale per continuare a correre in modo efficace e sicuro. Questo è il motivo per cui i controlli medici regolari e il possesso di un certificato medico sportivo sono così cruciali. Un certificato medico sportivo è un documento rilasciato da un medico che attesta la tua idoneità a praticare l'atletica leggera o qualsiasi altra attività sportiva. Questo certificato è richiesto dalla legge in molti paesi ed è necessario per partecipare a gare ufficiali. Ma al di là delle questioni legali, è uno strumento vitale per garantire la tua sicurezza e il tuo benessere.

    La prima decisione da prendere è fondamentale: scegliere la maratona adatta al tuo livello di preparazione. Non tutti sono pronti per correre una maratona, e questo è perfettamente normale. Se sei un principiante, è meglio iniziare con una gara più breve, come una mezza maratona. Completare una mezza maratona ti aiuterà a costruire una base solida per il futuro, capire il "funzionamento" di una gara e entrare in contatto con lo spirito agonistico. Una volta che avrai accumulato esperienza e fiducia, potrai pensare di iscriverti a una vera e propria maratona.

    Una maratona richiede un piano d'allenamento strutturato. Esistono numerosi programmi di allenamento per maratone disponibili online e in libreria. Scegli un programma che sia adatto al tuo livello di preparazione e alle tue esigenze. Preparare adeguatamente una maratona inplica un impegno di almeno 3 uscite a settimana per almeno 10/12 settimane. Questi programmi e gli appunti che troverai qui ti guideranno attraverso settimane di allenamenti specifici, inclusi lunghi chilometraggi, allenamenti di resistenza e di velocità. Assicurati di scegliere un programma realistico e in linea con i tuoi obiettivi. Pensa in grande ma sii pronto a modificare in corsa piani e obiettivi.

    La coerenza è la chiave del successo nella preparazione di una maratona. Dovresti allenarti con regolarità per sviluppare la resistenza necessaria. Un buon punto di partenza è correre almeno tre volte a settimana come ti dicevo. Durante il tuo programma d'allenamento, dovrai aumentare gradualmente la distanza e l'intensità dei tuoi allenamenti. Lavora sodo ma evita di esagerare per evitare infortuni. Vengono in tuo soccorso le applicazioni di monitoraggio della corsa e spero troverai qui alcuni consigli sul come costuirti la tua tabella di allenamento perfetta.

    Durante l'allenamento, è fondamentale ascoltare il tuo corpo. Se avverti dolore o sensazioni anomale, non ignorarli. Fermati, riposa e, se necessario, consulta un professionista della salute. Forzare il corpo oltre i suoi limiti può portare a infortuni gravi che potrebbero compromettere il tuo obiettivo di correre una maratona.

    Una dieta sana ed equilibrata è essenziale per ottenere prestazioni ottimali. Assicurati di consumare una varietà di alimenti, inclusi frutta, verdura e cereali integrali. Questi alimenti forniscono l'energia e i nutrienti necessari per gli allenamenti e il recupero. Evita cibi ricchi di grassi saturi, zuccheri aggiunti e alcol, poiché possono influire negativamente sulla tua prestazione.

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  • S1E16 Corsa: oggi sono demotivato
    May 9 2025

    Capita a tutti. Capita spesso. Piove, magari fa freddo, si è lavorato tutta la giornata e il divano è li che ti chiama. Chiudi gli occhi. Immagina la sensazione che provi quando hai terminato una corsa o un allenamento. Quella freschezza, quell’orgoglio, quella realizzazione. Ora pensa a come ti senti quando decidi di non farlo.

    Il trucco non è aspettare che arrivi la motivazione, ma creare un’abitudine. E le abitudini sono come muscoli; più le usi, più diventano forti.

    Quindi, se oggi ti senti senza energia o motivazione, ti sfido a fare solo una piccola cosa. Indossa le tue scarpe da corsa. Non devi nemmeno uscire, solo mettile. Sentirai come ti cambia la prospettiva.

    E se ti senti ancora demotivato, pensa che uscirai per solo 5 minuti. Cosa vuoi che siano 5 minuti. Quanto tempo hai perso sui social o al telefonino? Prometti a te stesso che, se dopo 5 minuti non vuoi più correre, puoi tornare a casa. Ma la maggior parte delle volte, una volta fuori e in movimento, vorrai continuare.

    Ricorda, non si tratta di correre per ore o di fare chilometri. Si tratta di coerenza. Si tratta di prendersi cura di te stesso. Si tratta di imparare che la motivazione viene spesso DOPO aver iniziato, non prima.

    Quindi, respira profondamente, indossa quelle scarpe, e ricorda perché hai iniziato questo percorso. La strada ti aspetta, e io sono qui per supportarti in ogni passo. Un buon aiuto per mantenersi costanti può essere utilizzare applicazioni come Strava (o similari). Pubblica le tue uscite senza la paura che siano corte o che il tuo passo al Km sia ridicolo. Abbiamo tutti iniziato con pochi minuti a settimana, si fa così.

    Ogni corridore, anche il più esperto, si scontra con la procrastinazione di tanto in tanto. Ma la differenza tra quelli che raggiungono i loro obiettivi e quelli che non lo fanno è spesso la capacità di superare questi momenti di demotivazione. Ricorda sempre che correre non è solo un'attività fisica, ma anche un'opportunità per nutrire la tua mente, il tuo spirito e la tua determinazione. Ricorda che non è il numero di Km a settimana cheuno può percorrere o il suo passo al Km a fare diventare una persona un atleta, è la costanza, l'impegno, la dedizione, il raggiungere un obbiettivo e poi darsene uno nuovo.

    • Fissa un obiettivo realistico. Non cercare di fare troppo in una volta. Inizia con un obiettivo piccolo e fattibile, come correre 30 minuti tre volte a settimana. Una volta che hai raggiunto questo obiettivo, puoi aumentarlo gradualmente.
    • Trova un partner di allenamento. Io personalmente preferisco stare con i miei pensieri quando corro e, magari, mi trovo in motagna ma avere qualcuno con cui allenarsi può aiutarti a rimanere motivato.
    • Crea una routine. Trova un momento della giornata in cui puoi allenarti e rispettalo.
    • Ricompensati per i tuoi progressi. Quando raggiungi un obiettivo, concediti una piccola ricompensa.
    • Utilizza gli allenamenti per scoprire angoli nuovi del tuo paese. Vedrai che mano a mano che le uscite si allungano sarà divertente andare in quella stradina che non fai mai o sul sentiero che in tanti ti hanno consigliato e rimanere meravigliati dalla scoperta.

    Ecco alcuni motivi per cui dovresti correre anche quando non hai voglia:

    • Correre rilascia endorfine, che hanno effetti positivi sull'umore.
    • Correre può aiutarti a ridurre lo stress e l'ansia.
    • Correre può migliorare la tua salute cardiovascolare.
    • Correre può aiutarti a perdere peso o a mantenere il peso forma.
    • Correre può aiutarti a dormire meglio.

    Quindi, la prossima volta che ti senti demotivato, ricorda tutti questi benefici e dai a te stesso una possibilità. Non te ne pentirai.

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    #Bushido #Run #Podcast

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  • S1E15 La 50ª Edizione della 100 km del Passatore: Un Viaggio Personale tra Chianti e Romagna
    May 7 2025

    Mentre ci avviciniamo alla storica 50ª edizione della 100 km del Passatore prevista per il 24-25 maggio 2025, vorrei condividere con te alcune riflessioni su questa iconica competizione che unisce la Toscana alla Romagna. Un percorso che ho vissuto sulla mia pelle, con le sue salite impegnative, i panorami mozzafiato e quelle inevitabili crisi che ogni ultra runner conosce bene.

    La 100 km del Passatore è un pezzo di storia dell'ultramaratona italiana. Nata nel 1973 dall'intuizione di Alteo Dolcini e Francesco Calderoni, questa competizione è diventata un simbolo dell'unione tra territori: da un lato la terra del Chianti, dall'altro quella del Sangiovese.

    Ricordo ancora quando mi spiegarono questa connessione culturale ed enologica che va ben oltre lo sport. Dolcini, cofondatore dell'Ente Vini di Romagna, aveva immaginato un percorso che collegasse due terre unite dalla passione per il vino ma separate dagli Appennini. Un'idea romantica che ha dato vita a una delle ultramaratone più affascinanti d'Italia.

    Ogni anno, l'ultimo sabato di maggio, centinaia di runner partono da Firenze per arrivare a Faenza, ripercorrendo idealmente i passi del leggendario Passatore, figura del folclore romagnolo che ha dato il nome alla competizione.

    Nel 2022 ho vissuto personalmente l'esperienza di collegare queste due terre, ma a modo mio. La mia preparazione per il Passatore è stata un crescendo di sfide: a marzo il Chianti Ultra Trail da 70 km, ad aprile la Tuscany Crossing 100 Miglia come "lungo" - sì, come "lungo" per il Passatore, puoi ben immaginare l'ironia di definire una 100 miglia come allenamento!

    Quando poi è arrivato maggio e con esso il Passatore, le cose non sono andate come speravo. I problemi gastrici sono comparsi già al trentesimo chilometro, trasformando quella che doveva essere una celebrazione del mio percorso di preparazione in una lunga battaglia contro me stesso.

    Il percorso del Passatore non perdona: dalla partenza in Piazza della Signoria a Firenze si snoda attraverso salite impegnative, con il punto più alto al passo della Colla di Casaglia a 913 metri. Proprio qui, quando il fisico è già provato da quasi 50 km di corsa, l'Appennino mette alla prova anche i runner più preparati.

    Nel corso degli anni, il percorso ha subito alcune modifiche, principalmente per ragioni legate al traffico automobilistico. Oggi l'itinerario esce da Firenze in direzione Fiesole, attraversa questa bellissima cittadina etrusca e prosegue sulla via dei Bosconi, ricongiungendosi con la storica SR 302 vicino al passo della Vetta le Croci.

    Ciò che rimane immutato è lo spirito della corsa, con i suoi tre traguardi intermedi che scandiscono l'avanzamento verso Faenza: Borgo San Lorenzo a 31,5 km, Colla di Casaglia a 48 km e Marradi a 65 km. Ogni checkpoint rappresenta una piccola vittoria, un momento per fare il punto della situazione prima di affrontare il segmento successivo.

    Correre il Passatore significa confrontarsi con la storia di campioni come Giorgio Calcaterra, leggendario con i suoi 12 successi, o Nikolina Sustic con 5 vittorie nel campo femminile. Ma significa anche entrare a far parte di una comunità che celebra la perseveranza: penso al premio speciale "Io c'ero" per chi ha completato la gara 5, 10, 15, 25, 30, 35, 40 o addirittura 45 volte.

    Mentre mi preparo mentalmente per questa edizione, rifletto sulle storie di Walter Fagnani e Marco Gelli, che hanno portato a termine ben 45 edizioni, mancando solo la prima del 1973. O di Natalina Masiero che nel 2017 ha concluso la sua 35ª Firenze-Faenza.

    La loro costanza mi ricorda che il Passatore non è solo una gara di un giorno, ma un appuntamento con se stessi che può durare una vita. La ceramica creata da Vittoria Monti, tradizionale premio faentino per i finisher più fedeli, simboleggia perfettamente questo legame tra la competizione e il territorio che la ospita. Non se se ne avrò mai una ma chi può dirlo.

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