• Il "teorema" Melfi e la ricchezza del Metaponto da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    Jul 12 2025
    Il contesto sociale ed economico è profondamente cambiato in Basilicata con l'arrivo della Fiat a Melfi nei primi anni ‘90.
    Fu una vera rivoluzione per questa regione.
    Due milioni di metri quadrati è la grandezza dello stabilimento aperto nel settembre del 1993 dalla Fiat, cui vanno aggiunti altri 700 mila delle principali aziende fornitrici sorte a stretto contatto con la casa madre per permettere il flusso delle forniture in tempo reale.
    Un insediamento industriale, a 50 km da Potenza, che visto dall'alto sembra un enorme bastimento color pastello dalle fiancate luminose, piombato da chissà quale pianeta in mezzo ai campi di grano e agli ulivi secolari.

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    Il racconto di un viaggio metaforico e personale alla ricerca delle "eccellenze“, per riscoprire città e luoghi così diversi l'uno dall'altro, ma tutti accomunati da una grande voglia di riscatto e di speranza. Per dar voce ad un "altro Sud", che non si arrende e scommette sul proprio futuro.
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    18 mins
  • La Lucania che lotta e vince da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    Jul 12 2025
    «Ma voi siete di Milano?». «No, siamo di Potenza».
    Quante volte in questi anni hanno rivolto questa domanda a Michele Tedesca e ai suoi due giovani soci in affari, e quante volte hanno dovuto ripetere sempre la stessa cosa, come se fosse impossibile che in una piccola regione del Sud potesse maturare una delle idee più innovative di applicazione della realtà aumentata: provare una gamma infinita di occhiali indossandoli solo in maniera virtuale.
    Michele Tedesca ha solo 31 anni. Si è laureato in informatica nell'Università degli Studi della Basilicata alcuni anni fa.
    Era destinato probabilmente a emigrare anche lui, a cercare una carriera di ricercatore in qualche importante azienda digitale del Nord Italia.
    Ma insieme ad altri due soci questo giovane, che non nasconde quando mi parla, la sua leggera inflessione lucana, è diventato l'ideatore di Spaarkly, una startup innovativa nata con l'assistenza della Camera di Commercio della Basilicata.
    Non è un caso se il Mezzogiorno è diventato in questi anni un'area di riferimento per tante piccole aziende.
    La presenza e il valore delle startup nelle regioni meridionali rappresenta oggi il 28% delle imprese costituite da giovani imprenditori nel territorio nazionale.
    Un dato positivo, più alto di molte aree forti del Nord, che fa riflettere sulle potenzialità e le capacità di innovazione, di creatività e di successo di tante esperienze nate in questi anni nel Sud, frutto anche della sinergia e della funzione di stimolo di tante università meridionali, come dimostra proprio il caso della Spaarkly.

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    Il racconto di un viaggio metaforico e personale alla ricerca delle "eccellenze“, per riscoprire città e luoghi così diversi l'uno dall'altro, ma tutti accomunati da una grande voglia di riscatto e di speranza. Per dar voce ad un "altro Sud", che non si arrende e scommette sul proprio futuro.
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    11 mins
  • Passato per il museo etnografico del Po da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Jul 11 2025
    Passato per il Museo Etnografico del Po, che un gruppo di ragazzi ha ordinato, raccogliendo pezzi qua e là, all'interno della rocca Pallavicini di Monticelli d’Ongina, nel raggio della centrale di Caorso.
    Dei nomi dialettali gli oggetti e cose perduti: andarén (girello per bambini), guindul (per dipanare la lana); un girarrosto a orologeria, una grattugia a manovella per formaggio, un seccapolenta, una grande fotografia dell'Oca, la prima barca a motore con ruote a pale in uso sul Po, un pezzo di quercia fossile emerso dal Po (un milione di anni), un mattone romano, un remo di barbota.

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    17 mins
  • Chi ha preso il treno per Milano da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Jul 10 2025
    CHI HA PRESO IL TRENO PER MILANO È PREGATO DI RIPORTARLO dice il muro della stazioncina.
    Non lo riporterà, dunque lo sto aspettando inutilmente.
    La sciacquatura è stata un mezzo disastro per il romanzo - diamante irraggiungibile nonostante quella maniacale immersione nei fiorentinismi. (Manzoni si è spaventato di Machiavelli, vergognandosi di parlare lombardo).
    Mi è difficile perdonargli tante cose sbagliate; sbagli da nervoso geniale, rivelatori, ma a volte non sopportabili.
    La guerra giudicata alla Manzoni, ma in un modo più sovrano ancora, disarmata dall’intelligenza, vista da un cannocchiale sull'infinito: la resa di Breda di Velasquez leggendo della guerra manzoniana vedo il sorriso di superiorità sul proprio trionfo, di compassione e di cortesia indicibili, del generale Spinola velasquino, al Prado, mentre riceve le chiavi di Breda.
    Una lettura fatta per toccare il fondo del nulla: l'enciclica Laborem exercens.
    Non c'è un pensiero, un sentimento, un'idea, un barlume ...
    Non c'è niente di niente, salvo un galleggiare nel vuoto di citazioni della Genesi, che sarebbero rimaste volentieri nel libro.
    È vuoto pervertito, ma innocuo; non può far male, e soltanto inutile.
    E su roba simile uomini di pensiero danno pareri, discutono ...
    Profonde insensibilità verso il dolore del mondo, un mondo che patisce come non ha mai patito!
    E leggere l’enciclica stando in un bar, tra gente che dice parole da laboremexercens, questo è proprio vagare nello spirito, nel glaciale squallore della Vanitas!

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    22 mins
  • Il Salento, le cantine sociali e l'enoturismo d'eccellenza da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    Jul 10 2025
    «Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu», dicevano i vecchi contadini.
    Qui dove ogni anno giungono centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo c'è la più grande innovativa concentrazione di stabilimenti vinicoli di tutta Italia.
    Sono quasi 12 milioni di ettolitri di vino che vengono prodotti in Puglia e la gran parte viene da questo comprensorio, un comparto che ha superato nel 2023 i 281 milioni di euro di export, un gigantesco movimento di investimenti e di denaro attorno al quale vivono più di 60.000 persone, tra vigne, cantine, distribuzione commerciale e altre attività connesse.
    C’è da rimanere incantati nell'ammirare dall'alto questa immensa distesa verde, intervallata da oliveti e seminativi, che dalle coste tarantine, lambisce quelle adriatiche di Brindisi, fino al confine di splendide città come Lecce, Otranto, Santa Maria di Leuca a Oriente e poi Gallipoli, Porto Cesareo, Nardò sulla costa occidentale.

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    23 mins
  • Taranto e il Primitivo di Manduria da «L’altro Sud» di Salvo Guglielmino
    Jul 9 2025
    C'è una piacevole brezza marina che scompone lievemente i capelli nella grande piazza bianca di Manduria, dominata dalla sagoma imponente di Palazzo Imperiali costruito nel 1719 sui ruderi del castello medievale.
    Li chiamano "mangiacani" i 30.000 abitanti di questa città, "cuore" del Salento, proprio a metà strada tra Taranto, Lecce e Brindisi, con le sue stradine strette e tortuose, la vecchia Torre dell'Orologio, i palazzi nobiliari con le balconate in ferro in stile rococò, le sue mura megalitiche possenti che la circondano e che hanno visto passare i grandi della storia, il suo quartiere ebraico silenzioso, come lo era forse all'origine, 600 anni fa.
    Sembra che il tempo si sia fermato e di essere in un'altra parte d'Europa a Manduria, così placida, tranquilla, operosa, tra agricoltura di qualità, arte, gastronomia, a pochi chilometri la spiagge bianche e selvagge come quella di Campomarino, di San Pietro in Bevagna o di Punta Prosciutto, tra masserie lussuose con ristoranti stellati e una natura davvero incontaminata.

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    13 mins
  • Orta è sublime e cimiteriale da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Jul 9 2025
    Orta è sublime e cimiteriale, avvolta dalle nebbie delle valli.
    Sono in una veranda, di faccia all'isola, e non so da quanto tempo non godevo una visione di tanto Paradiso.
    Poi un motoscafo mi sbarca all'isola di San Giulio, in una pace irreale.
    Riesco a persuadere a una fragile monachina molto giovane e spaventata di ottenermi dalla superiora il permesso di vedere la facciata della Basilicata, che è all'interno della clausura.
    La facciata è piccola, bianca, pulita, come una tovaglia ricavata dalle monache, guarda il lago e aspetta all’Ora ultima, il giorno che sempre sta venendo, o meglio NIENTE avendo in sé una pace che annulla il tempo, cancellando anche l'ultima ora.

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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  • Chi cerca una Gerusalemme da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Jul 9 2025
    Chi cerca una Gerusalemme puramente spirituale non la cerchi laggiù, al crocevia delle ansie della storia percuotente, perché la celeste ha i suoi luoghi di pace senza tempo altrove.
    Al Sacro Monte di Varallo, dove c'è la Nuova Gerusalemme, pellegrino, devi venire!
    È grande teatro tragico barocco, con scene di smisurato orrore e di sconfinata pietà.
    Di cappella in cappella la brutalità della materia si va svelando in tutta la sua forza, calpestando, triturando il verbo in figura di Cristo attraverso un orgia di chiodi, di morte e di smorfie: al culmine, il verbo è mostrato (tanto la certezza dell'Anàstasis è presupposta nel pellegrino da renderne superflua la rappresentazione) nella finzione drammatica del sepolcro.
    Nel portichetto è scritto: “Questo luogo è in tutto simile al Santo Sepolcro di Gerusalemme”, ma non è proprio così, perché là c'è un sacro topografico a cui la malsana follia del dogma cristiano di storicizzare l'evento intemporale taglia le ali, mentre il sacro di Varallo ha l'infallibile purità e la potente sovranità del simbolo.

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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    7 mins