
Chi ha preso il treno per Milano da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
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Non lo riporterà, dunque lo sto aspettando inutilmente.
La sciacquatura è stata un mezzo disastro per il romanzo - diamante irraggiungibile nonostante quella maniacale immersione nei fiorentinismi. (Manzoni si è spaventato di Machiavelli, vergognandosi di parlare lombardo).
Mi è difficile perdonargli tante cose sbagliate; sbagli da nervoso geniale, rivelatori, ma a volte non sopportabili.
La guerra giudicata alla Manzoni, ma in un modo più sovrano ancora, disarmata dall’intelligenza, vista da un cannocchiale sull'infinito: la resa di Breda di Velasquez leggendo della guerra manzoniana vedo il sorriso di superiorità sul proprio trionfo, di compassione e di cortesia indicibili, del generale Spinola velasquino, al Prado, mentre riceve le chiavi di Breda.
Una lettura fatta per toccare il fondo del nulla: l'enciclica Laborem exercens.
Non c'è un pensiero, un sentimento, un'idea, un barlume ...
Non c'è niente di niente, salvo un galleggiare nel vuoto di citazioni della Genesi, che sarebbero rimaste volentieri nel libro.
È vuoto pervertito, ma innocuo; non può far male, e soltanto inutile.
E su roba simile uomini di pensiero danno pareri, discutono ...
Profonde insensibilità verso il dolore del mondo, un mondo che patisce come non ha mai patito!
E leggere l’enciclica stando in un bar, tra gente che dice parole da laboremexercens, questo è proprio vagare nello spirito, nel glaciale squallore della Vanitas!
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Un Viaggio in Italia» https://penisolabella.blogspot.com/2024/06/un-viaggio-in-italia-del-1981-1983-di.html
A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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