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By: Riccardo Palombo e Antonio Dini
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Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all'opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.Riccardo Palombo e Antonio Dini Social Sciences
Episodes
  • Pensi che il tuo dolore sia senza precedenti nella storia del mondo, e poi leggi
    Apr 25 2025

    Riccardo, uomo da bosco e da riviera (come dice Antonio), ha concluso il suo periodo fuori porta ed è rientrato a Roma. Ma tranquilli, è solo una tappa: tra poco si rifugia in montagna. È evidente che la Capitale non offre abbastanza ossigeno ai suoi polmoni avidi di aria pura.


    Note della puntata: ⁠⁠⁠https://tilde.show/podcast-36⁠⁠


    Ok, cominciamo. E inevitabilmente, parliamo di intelligenza artificiale (chi non ne parla, oggi?), ma lo ovviamente facciamo a modo nostro: ChatGPT, Gemini, e poi un po’ di Giappone, che non poteva mancare, con tanto di consigli per i voli migliori. E forse in futuro anche Taipei per il Computex, perché la vita è breve e finché la salute regge, meglio girare.


    Nel frattempo, Riccardo sta rinnovando lo studio e preparando la “Marea Sunshine” (nome in codice del nuovo modello, molto misterioso e molto promettente), mentre Antonio continua nella sua crociata personale dei libri mai letti che gli invadono casa. Diceva Umberto Eco: l’importante è averli, mica leggerli.


    La lista è impressionante e, come sempre, fa sentire tutti un po’ inadeguati, inclusi i nostri due temuti ladri di tè.


    Antonio ha iniziato a combattere con l’Ulisse di Joyce: un consiglio ricevuto a cena in una piazzetta di Firenze da un caro amico, Alessandro, mentre affondavano le forchette negli spaghetti alle arselle. Perché, gli ha detto Alessandro, “non si può morire senza averlo letto prima”. Certo, non è una lettura divertente, ma fa parte della letteratura - che Antonio distingue accuratamente dalle semplici letture, più gradevoli e gustose. Joyce è tanta forma sopra relativamente poca sostanza, ci tiene a precisare Antonio, che così si gioca qualsiasi credibilità come critico letterario. Ma tanto non ci teneva.


    Riccardo, invece, ci sorprende con l’ennesimo coniglio dal suo cilindro apparentemente senza fondo: Gentiluomo in mare di Herbert Lewis, ripescaggio di Adelphi. Un libro tostissimo, una storia fantastica, abbastanza triste, scritta da paura. Nessuno spoiler qui, ma nel podcast sì, quindi siete avvisati.


    La conversazione tocca anche Conversazioni (e abbiamo fatto anche un dad joke), una raccolta di interviste di Iosif Brodskij sulla tecnica di scrittura, con tantissimi spunti su opere da leggere che Riccardo si è segnatо tutti e giura che li leggerà (spoiler: non lo farà).


    E poi, non necessariamente in questo ordine, ci sono Andrej Platonov con Ricerca di una terra felice, Boris Pasternak con Il salvacondotto (preso nei mercatini a dieci euro, che oggettivamente è un sacco di soldi), 108 rintocchi di Yoshimura Keiko, la raccolta Racconti matematici curata da Claudio Bartocci, il Sogno della camera rossa e… be’, l’elenco continua, ma ci fermiamo qui per non deprimervi troppo.


    Menzione speciale per ben due edizioni del romanzo cinese Chin P’ing Mei acquistate da Antonio, per vedere le differenti traduzioni. Il titolo significa contemporaneamente Il fiore di prugna nell’ampolla d’oro oppure sono i tre nomi delle protagoniste. È l’unico gioco di parole in cinese di cui Antonio abbia contezza e ne è molto orgoglioso. Si tratta di un romanzo erotico in cinese “vernacolare”, uno dei primi a parlare la lingua di tutti i giorni e non solo quella colta. È la capacità di rottura che ha avuto L’amante di Lady Chatterley. Antonio ce l’ha in due versioni, curioso di vedere se mai lo leggerà oppure se rimarrà sul comodino. Spoiler: rimarrà sul comodino.

    Il tema più profondo: perché leggiamo?


    Ma dietro a tutti questi titoli per fortuna si nasconde altro: una domanda ben più seria: tu prendi appunti quando leggi? E soprattutto: perché leggiamo? E poi, cosa ci portiamo dietro da quello che abbiamo letto?


    Continua a leggere su ⁠⁠https://tilde.show/podcast-36⁠

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    30 mins
  • Intanto, benvenuti nel 2025
    Jan 2 2025

    Avanzavano un po’ di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.

    Note della puntata: ⁠https://tilde.show/podcast-35

    Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.

    E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.

    Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po’ (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.

    Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).

    Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.


    Continua a leggere su ⁠⁠https://tilde.show/podcast-35⁠

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    56 mins
  • Non chiedere le pesche all’olmo
    Nov 1 2024

    Dovevamo mettere a frutto i soldi che abbiamo speso per rinnovare il dominio del sito e allora sai cosa? Eccoci qua, con una nuova puntata di Tilde. Siamo carichi di roba da fare ma riparlarci è sempre un piacere.

    Note della puntata: https://tilde.show/podcast-34

    Antonio s'è perso un'altra volta a giro per il mondo: questa volta a Tokyo un paio di settimane tanto per cambiare aria e lavorare in trasferta, computerino a spalla e via per bar e coworking giapponesi. La sua è una vacanza lavorativa da nevrotico, tanto che s'è ridotto a comprare il macina pepe di Ikea uguale a quello che c'è qua in Italia "perché non ho la macchina e a Milano l'Ikea mi viene scomoda". Vabbè.

    Invece Riccardo ha deciso di diversificare la vita: Roma è tossica e allora passa più tempo che può nella casetta vicino al mare e ai genitori. Due ore di treno e ogni dieci giorni torna a casa a Roma (se serve). Si sta così bene che andava fatto prima, dice lui.

    Comunque, questi due ragazzi li avevamo lasciati che sembravano in crisi e adesso invece non è cambiato niente e sembrano sempre in crisi: andarsene alle isole Faroe, per dire, sarebbe un'opzione. Poi non lo fanno, ma non è detto: con loro non si sa mai.

    Invece, dal punto di vista più squisitamente consumistico, Antonio si è comprato la nuova versione del suo registratore portatile: lo Zoom H1 Essentials che registra a 32 bit e quindi teoricamente non richiede la regolazione del volume di registrazione. Funzionerà meglio? Se ascoltate il podcast lo potete capire anche da voi.

    Riccardo intanto si è costruito una interessante postazione da lavoro, anzi più di una. Microfoni a condensatori alimentati a pila, scheda audio e computer in prova (uno qualsiasi, non è quella la cosa importante). È quella che usa di solito per registrare musica con la sua fedele replica della Telecaster.

    E poi sempre Riccardo si è comprato anche il MacBook nuovo/vecchio (cioè ricondizionato, con un po' di tribolazioni) e ci fa parecchie cose. Oltre a quello, non poteva mancare un momento e-Ink: dagli schermi paper-like per computer al nuovo reMarkable Pro a colori, passando per qualche Android e il Kindle Scribe di Riccardo, i nostri due flaneur digitali sono sempre alla ricerca di un sistema leggere di più. Anche se, diciamocelo, gli ebook costano veramente un botto.

    E a proposito di cose da leggere: Riccardo è sempre perso nel mondo del Signore degli Anelli nella nuova traduzione con lo Hobbit tradotto da Wu Ming 4. Antonio legge Fosco Maraini mentre Riccardo, tra poesie e altre cose, si vende i libri che non gli interessano più. Mica male, no?

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    1 hr and 6 mins
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