La spremuta cover art

La spremuta

La spremuta

By: Matteo Spedicato
Listen for free

About this listen

La medicina spremuta in pochi minuti!Copyright Matteo Hygiene & Healthy Living Physical Illness & Disease Science
activate_mytile_page_redirect_t1
Episodes
  • La fibromialgia o sindrome fibromialgica
    May 12 2025
    Salve a tutti e a tutte,
    oggi è la giornata mondiale degli infermieri (che ritengo il cuore del reparto) e la giornata mondiale della fibromialgia.

    Ma cos’è la fibromialgia? È innanzitutto una sindrome e già qui dobbiamo fare una prima distinzione. Una malattia è una condizione che abbia una causa (anche solo ipotizzata), delle alterazioni fisiche rintracciabili, un insieme di segni e sintomi ben definiti ed un decorso prevedibile.
    Nella sindrome, invece, ci troviamo di fronte ad una sintomatologia (che può essere anche invalidante) in cui manca sia la causa che le lesioni fisiche individuabili.

    Detto ciò, la sindrome fibromialgica è una condizione ad andamento cronico (ossia rimane per un tempo indefinito) in cui sono presenti dolore muscoloscheletrico diffuso, stanchezza cronica, disturbi del sonno, disturbi del tono dell’umore e problemi di memoria. Tale sindrome spesso viene definita “la malattia dei 100 sintomi” e questo perché l’unione dei sintomi sopra citati può generarne degli altri.
    Bisogna anche tenere a mente che questa condizione non è una patologia degenerativa (ossia non può portare a morte) ma sicuramente impatta moltissimo nella vita di chi è affetto. Si dice che la sindrome non uccide, ma avvelena la vita.

    Ma come si sente esattamente una persona con fibromialgia? È molto semplice: pensate ad una forte influenza in cui vi sentivate la mente offuscata, le ossa “rotte”, i giramenti di testa, l’irritabilità… ecco prendete tutti questi sintomi e metteteli al mattino al risveglio. Ogni giorno, tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi. Sarebbe bello che la fibromialgia si prendesse ogni tanto un po’ di ferie e invece…

    La diagnosi è clinica, ossia si valuta il dolore e dove è localizzato. Si premono leggermente alcuni “tender points” e, se il paziente avverte questa pressione in modo doloroso in almeno 11 su 18 allora è molto probabile che abbia la fibromialgia. È comunque necessario che siano escluse altre patologie che possano provocare un quadro simile.

    Al momento non esiste una cura efficace e spesso lo stato di benessere (o almeno uno stato con una migliore qualità di vita) può venire raggiunto attraverso una combinazione tra terapia farmacologica, supporto psicologico (non perché si è “pazzi” ma perché si impari a creare quelle condizioni che permettano una una vita quanto meno dignitosa nonostante queste difficoltà), esercizio fisico adattato alle difficoltà della persona. In molte persone l’attività in piscina, lo yoga ed il TaiChi aumentano la qualità di vita.

    È sempre buona regola accertarsi che il professionista sanitario e non al quale ci si rivolge conosca bene questa sindrome e tutto ciò che comporta.
    Show More Show Less
    12 mins
  • Le vertigini - Segni & Sintomi
    Apr 28 2025
    Parliamo oggi delle vertigini

    La parola vertigine deriva dal latino Vertere ed ha diversi significati molto simili tra loro. A noi interessa il significato “ruotare” o “girarsi”. Spesso vengono anche chiamate “capogiri”.

    Partendo dal piano etimologico (l’etimologia è lo studio dell’origine delle parole) possiamo ben comprendere come le vertigini sono delle sensazioni di disorientamento in cui si ha l’illusione o di vedere il tutto girare intorno a sé, oppure l’opposto, ossia che è la persona a girare intorno allo spazio. In entrambi i casi, ovviamente, non è la persona, o l’ambiente, a “girare”.

    A livello clinico le vertigini insorgono quando non vengono correttamente processate le informazioni relative all’equilibrio, ossia quando i dati sensitivi emanati dai centri periferici dell’equilibrio localizzati a livello oculare e vestibolare vanno in contrasto tra loro Il sistema vestibolare è contenuto nell’orecchio ed assolve la funzione di raccogliere i segnali dall’esterno per permettere di mantenere l’equilibrio.

    Possiamo fare immediatamente una distinzione: parleremo di vertigini oggettive quando la persona avverte una rotazione dell’ambiente intorno a sé, mentre parleremo di vertigini soggettive quando il soggetto ha la sensazione di ruotare.

    Una seconda classificazione si basa prevalentemente sull’anatomia e la clinica e qui parleremo di vertigini periferiche (che sono la stragrande maggioranza dei casi) e vertigini centrali.

    La vertigine periferica è data da problemi vestibolari.
    Le cause più comuni sono date da: infiammazione del nervo vestibolare, assunzione di farmaci ototossici, cambiamenti nella posizione della testa, sindrome di Meniere, chinetosi (il cosiddetto “mal d’auto”, “mal di mare”, “mal d’aereo). Esordisce in maniera improvvisa ed ha una durata variabile da pochi minuti fino a qualche ora e la persona può avere nausea e, talvolta, vomito. Viene, inoltre, attivato il sistema nervoso autonomo con conseguente rilascio di adrenalina e noradrenalina che provocano palpitazioni e tachicardia. Altri sintomi possono essere perdita temporanea dell’udito, instabilità posturale (quindi la persona cade) e sviluppo di ansia soprattutto nel caso si passi da episodio occasionale a frequente.

    La vertigine centrale è di tipo soggettivo. Tra le cause più comuni annoveriamo: sclerosi multipla, problematiche cardiovascolari, traumi e tumori. Anche in questo caso le vertigini compaiono occasionalmente senza prodromi.

    Per oggi abbiamo finito, ricordatevi che l’intento di questo podcast è quello di informare e non sostituirsi al medico.

    Ci vedremo il 12 maggio con lo speciale fibromialgia.
    Show More Show Less
    5 mins
  • Il dolore - Segni & Sintomi
    Apr 14 2025
    Salve a tutti, dopo la parentesi sul raffreddore torno a parlare della semeiotica, ovvero lo studio dei segni (che sono parametri oggettivi) e dei sintomi (che sono parametri soggettivi).

    Nello specifico oggi parliamo del dolore.

    Secondo la definizione dell’Associazione Internazionale per lo studio del dolore questi è un'esperienza sensoriale ed emotiva sgradevole, associata a un danno tissutale reale o potenziale, oppure descritta in termini di tale danno. Ognuno di noi ha una propria capacità nel sopportare questo sintomo. Pertanto, lo stesso stimolo doloroso non viene percepito in maniera uguale da tutti.

    Il dolore può essere classificato secondo diverse modalità, che sono le seguenti: in merito alla durata parleremo di acuto e cronico, in base alla localizzazione avremo somatico, viscerale e riferito e, infine, in base al meccanismo parleremo di neuropatico, nocicettivo e disfunzionale.

    In questa puntata del mio podcast andrò ad approfondire le prime due modalità di classificazione in quanto la comprensione del meccanismo è molto complesso e, sicuramente, riservato agli “esperti del settore”.

    La forma acuta è di breve durata ed è spesso legato ad una causa ben nota. Per quanto possa essere una seccatura anche piuttosto impattante sulla persona, questo sintomo può veramente salvarci la vita. Pensate, per esempio, ad un attacco di appendicite: in assenza del dolore non ce ne preoccuperemo e potremmo anche rimetterci la vita; infatti, l’appendicite può rappresentare una emergenza chirurgica e, se non trattata tempestivamente, può degenerare in peritonite mettendo a serio rischio l’esistenza del malato. Altro esempio: immaginate di fratturarvi una delle ossa del piede o della gamba durante una partita di calcio … se non ci fosse il dolore continuereste a giocare procurandovi sicuramente lesioni molto più serie.

    Il dolore cronico è di durata superiore ai 3-6 mesi. Possiamo suddividerlo in quello da cancro e non da cancro. Nel primo caso si ha una causa nota, mentre nel secondo ciò non sempre avviene.

    Appena mi sarà possibile farò un approfondimento su quest’ultimo argomento.

    Come ho detto prima ognuno di noi ha una propria soglia del dolore ma per oggettivare questo sintomo è opportuno inserirlo in una scala al fine di prescrivere una terapia efficace. Per permettere ciò ne esistono di diverse. Una delle più note è la “Scala analogica visiva” in cui il paziente riporta il proprio dolore in su un segmento numerato da da 1 a 10 in base all’intensità dello stesso. Per i bambini può essere utile sostituire i numeri con una scala di faccine in cui si parte da quella a sinistra che corrisponde al valore di 1 della VAS) in cui si mostra uno smile molto felice e sorridente andando via via sino a quella molto sofferente (che rappresenta il 10).

    Prima di concludere voglio citare un dolore particolare che viene chiamato “dismenorrea” ovvero quello legato al ciclo mestruale. Avere mestruazioni molto dolorose non deve rientrare nella normalità, pertanto questo aspetto va accuratamente valutato dal ginecologo e/o dall’ostetrico di fiducia
    Show More Show Less
    5 mins

What listeners say about La spremuta

Average Customer Ratings

Reviews - Please select the tabs below to change the source of reviews.

In the spirit of reconciliation, Audible acknowledges the Traditional Custodians of country throughout Australia and their connections to land, sea and community. We pay our respect to their elders past and present and extend that respect to all Aboriginal and Torres Strait Islander peoples today.