"La mamma e il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono.Lui aveva diciott'anni, lei sedici, io tre.",mi disse una volta Billie, Lady Day, Lady Blues o come la voletechiamare e ricordare.L'avevo incontrata in una androne di albergo qualche giorno prima.Io ero in missione, lei tornava a quella che chiamava casa. Perchèogni sera, dopo l'ultima canzone d'un concerto, prima ancora chel'eco delle note si spegnesse, quando ancora l'aria era agitata dalbattere di mani e dalle urla, lei scendeva dal palco e tornava acasa. Un albergo, la sua casa.Le parole mi si intrecciarono in gola quella volta al solo vederla equasi inciampai su me stesse, eppure non so come ebbi il coraggio disalutarla. E lei ricambiò il saluto. E quando finalmente riuscìi asciogliere quei nodi, ebbi gioco facile. Perchè io conoscevo la suastoria, e conoscevo tante altre storie.Ero in quel cronociclo ed in quella città per beccare StigmaPa99, illadro di armonia che sto ormai inseguendo da settimane.Questo lurido bastardo si è impadronito della tecnologia delviaggiotempo e sta crackando i momenti armonici del passato perprodurre la sua NeoTrap di merda.Il mio capitano l'ha messo al primo posto tra i ricercati, ed hamesso me sulle sue tracce.Ero quindi pronto a sorbirmi una session di Fletcher Henderson,curioso sopratutto di sentire dal vivo il Sax in C Major di FrankTrumbauer che ci sarebbe stata il giorno seguente. Ed ero appenaarrivato dopo un bel viaggetto temporale dal 2033.Ero stanco, sudato, impacciato in quel completo anni '20, e unpizzico disorientato ma... cazzo Billie Holiday.Io l'amavo sin da bambino. La prima volta che avevo sentito quellavoce dolce e suadente m'aveva graffiato l'anima. Ed il segno eraancora lì.Gli raccontai la storia d'ordinanza di viaggio di lavoro, e passioneper la musica, come prevede la procedura, infiocchettandola un po'con qualche passaggio di blues per fare colpo. Ed al secondobicchiere lei si sciolse un po'... e mi raccontò di come da bambinaogni volta che passava davanti ad un bar dal quale usciva dellamusica doveva entrare ed ascoltare e cantare. E di come facesseimpazzire sua mamma a Philadelphia.Eleanora, questo era il suo vero nome, venne portata a Baltimora eparcheggiata da una zia mi disse, e saltava così spesso la scuolache a nove anni finì al tribunale dei minori. A dieci, rilasciata,cominciò a lavorare in un ristorante.A undici subì un tentativo di stupro da parte di un vicino, il primod'una lunga serie.Doveva essere un male di famiglia visto che la bisnonna aveva avutoben 16 figli per le eccessive attenzioni dedicategli dal padronedella piantagione dove lavorava.A dodici anni puliva le case del quartiere e sbrigava faccende comesguattera tutto fare in un bordello.La vita era difficile e così si traferirono ad Harlem, ed a New Yorkmamma Sadie cominciò a lavorare come prostituta.Anche Billie, neanche quattordicenne, veniva costretta a vendersiper cinque dollari a cliente.Ma entrambe finirono in carcere. Di nuovo.Cazzo Lady, gli dissi, ce ne vuole di sofferenza per far brillare undiamante!Si mise a ridere. Uno dei momenti più belli della mia vita.Poi iniziò ad esibirsi nei Bar di Harlem e fu così che cominciò.Neanche maggiorenne venne notata dai produttori discografici,bianchi, ma con un buon orecchio musicale ed il portafogliosufficientemente gonfio per scommettere su questa ragazzina neravestita alla male e peggio da chanteur."Mia madre era pazza per Artie Shaw", le dissi, inventandonaturalmente perchè mia madre ascoltava solo la techno berlinese,"E' stata dura la tournee con Artie e la sua band?"."Lo sai che sono stata una delle prime donne di colore a cantare inun'orchestra di bianchi vero? Se è stata dura? Quando ci spostavamofacevamo sosta nei distributori di benzina e a me non era permessoandare al bagno. Fossi stata un maschio almeno sarei potuta andaredietro un albero. Sai quante volte salivo sul palco, e dovevoandarmene per i fischi e le imprecazioni?Il profondo sud.Archie ne usciva pazzo.Una volta uno mi ha gridato puttana negra. Cliff a momenti glirompeva il rullante in testa.Nei locali dove mi facevano mangiare ordinavo sempre un hamburgherin più. Me lo incartavo di nascosto perchè non sapevo quando avreimangiato di nuovo. Mi facevano entrare dalla cucina. Dalla portadella servitù. Io che ero la stella!"Io ascoltavo rapito, e sapevo che tutto questo che mi stavaraccontando, da lì a pochi giorni avrebbe portato ad una delle piùintense interpretazioni della storia della musica.Sapevo che tutte queste storie, e le altre ascoltate e vissute dafamigliari ed amici, erano gli ingredienti che stavano facendofermentare quella canzone che sarebbe stata un pugno nello stomacodell'America della segregazione e dei diritti negati.Una vera dichiarazione di guerra. L’inizio, dicono in molti, delmovimento per i diritti civili.Spesso durante i concerti, mentre la cantava, molti clienti bianchiuscivano dal locale e se ne andavano indignati. Per tutta risposta,Lady ...
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