Ep. 81: Casa Fools - Roberta Calia - Teatro partecipativo che trasforma gli spazi in comunità cover art

Ep. 81: Casa Fools - Roberta Calia - Teatro partecipativo che trasforma gli spazi in comunità

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Nel cuore di Vanchiglia, nascosto all'interno di un condominio torinese, si trova uno spazio teatrale che sta ridefinendo il rapporto tra cultura e cittadinanza. Casa Fools, con i suoi 85 posti, rappresenta molto più di un semplice teatro: è un esperimento sociale di partecipazione culturale che da sette anni costruisce comunità attraverso la condivisione delle scelte artistiche.Roberta Calia, attrice e codirettrice artistica di Casa Fools, racconta una storia che inizia nel 2010, quando incontrò una compagnia appena arrivata da Roma che cercava un'attrice. "Sono andata a fare il provino e ho conosciuto i Fools. Dovevano essere i miei compagni di viaggio per una semplice avventura di una produzione e invece da allora non ci siamo più lasciati."L'occasione di rilevare uno spazio si presentò nel 2018, quando il Teatro della Caduta propose di passare il testimone. La reazione iniziale fu un rifiuto: "Ci sembrava che avrebbe arrestato la nostra attività di compagnia di giro." Ma uno dei tre soci ebbe un'intuizione che cambiò tutto: "Lo spazio è proprio quello che ci serve."Così nacque Casa Fools. La scelta del nome riflette una visione precisa: "Il nostro desiderio era che le persone si sentissero a casa, che abitassero un luogo, quindi non solo spettatori, non fruitori di un prodotto culturale, ma persone che abitano uno spazio." Per Calia e i suoi soci, il teatro è sempre stato "uno strumento, non un fine, ma il mezzo per ragionare sulle cose e per stare insieme alle persone."Questo concetto si manifesta concretamente attraverso il Collettivo Cartellone Condiviso. Casa Fools apre una call che riceve centinaia di candidature (quest'anno oltre 350), ma la selezione degli spettacoli non viene fatta solo dalla direzione artistica. "Condividiamo con gli spettatori e le spettatrici la direzione artistica," spiega Calia. Il collettivo, composto da più di 30 persone, include una straordinaria varietà di profili: studenti universitari, pensionati, ingegneri, medici, professori.La diversità genera dibattiti appassionati. "Quando uno spettacolo vale la pena, si accendono anche delle discussioni belle, belle calde, quasi al limite della lite. È bello vedere persone che tifano per uno spettacolo teatrale, una cosa che ha del surreale." La paura di lasciare il controllo c'è sempre: "Chissà cosa verrà fuori quest'anno. Perché lasciare il controllo fa anche paura." Eppure, dopo sette anni, le programmazioni si sono sempre rivelate "super interessanti, super variegate."Il collettivo porta con sé anche il concetto di responsabilità condivisa. "Prendersi una responsabilità è un concetto che nella nostra epoca risuona un po' come un peso," osserva Calia, "invece questa responsabilità noi cerchiamo di intenderla in senso positivo."All'apertura nel 2018, l'accoglienza fu tiepida. "Siamo stati accolti dal clima tipico torinese, con diffidenza, tipo 'guardiamo un po' questi chi sono e che cosa combinano'." Poi la pandemia costrinse alla chiusura per 15 mesi. Ma da questa crisi emerse un cambiamento: "Gli operatori culturali nella difficoltà sono stati costretti a mettersi insieme." Nacquero dialoghi e coprogettazioni che continuano ancora oggi."Abbiamo proprio avvertito un cambio di passo fra la Torino culturale del pre-pandemia e quello che succede da allora fino ad oggi. Ed è per me un passaggio molto positivo che Torino è riuscita a fare." Oggi Casa Fools è fortemente radicata a Vanchiglia, dimostrando che la cultura partecipativa può davvero trasformare non solo uno spazio, ma un'intera comunità.

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