Ep. 81: Casa Fools - Stefano Sartore - Dal palco alla strada, la cultura invade Vanchiglia cover art

Ep. 81: Casa Fools - Stefano Sartore - Dal palco alla strada, la cultura invade Vanchiglia

Ep. 81: Casa Fools - Stefano Sartore - Dal palco alla strada, la cultura invade Vanchiglia

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Stefano Sartore è nato nella provincia di Torino, ma il suo percorso verso Casa Fools è passato per Roma. Nel 2004 si è trasferito nella capitale per studiare all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, dove ha incontrato Luigi, il suo futuro socio. "Siamo andati a vivere insieme per caso e nelle stanze di questa casa che abbiamo preso in affitto il primo anno con altri ragazzi è nato il progetto Fools," racconta Sartore. All'epoca era semplicemente "una scusa per degli attori di mettersi intorno ad un letto a leggere dei testi." Da lì sono partiti i primi lavori, hanno gestito un teatro a Roma, ma dopo qualche anno hanno sentito il bisogno di cambiare."Roma ci stava stretta o troppo larga, perché Roma è veramente una metropoli ed è invivibile," spiega Sartore. "Abbiamo deciso di spostarci verso un centro un pochino più a misura d'uomo, in cui la qualità della vita potesse essere anche un pochino più gradevole." Durante le tournée, Stefano studiava ogni città, cercava di capire se fosse un posto dove la cultura potesse crescere. Portava avanti progetti anche a Torino, faceva venire i compagni da Roma. "Alla fine, dopo tutta questa indagine, ci siamo resi conto che Torino era una città che offriva molto. In quel periodo era veramente un arco crescente per la cultura, un terreno molto fertile."L'incontro con Roberta è stato determinante. Cercavano attrici del posto per i primi spettacoli. "Dopo aver lavorato un po' con Roberta, ci siamo guardati e ci siamo detti: questa ragazza, oltre a essere molto brava sulla scena, ha delle caratteristiche interessanti." L'hanno coinvolta nella realtà che è diventata "a tutti gli effetti una nostra realtà di tutte e tre."La filosofia di Casa Fools nasce da un'esigenza profonda. "Questo mestiere purtroppo molto spesso ti trovi in situazioni in cui partecipi a un progetto stretto come può essere uno spettacolo ma non c'è una progettualità lunga," riflette Sartore. "Gli attori sono anche molto spesso un po' egocentrici, in cui non si riesce a creare veramente un rapporto. Noi quello che abbiamo sempre cercato di fare è creare una relazione vera." Quando hanno aperto il teatro, "c'è una enorme comunità che ha aderito a questa cosa, cioè che vuole trovare nel teatro un po' un modo di entrare in connessione con le altre persone."Sartore rivela di essere stato lui, tra i tre soci, a insistere per prendere lo spazio teatrale. Ormai vive tra Torino e la Francia per motivi d'amore, ma quando Luigi e Roberta gli hanno parlato della proposta, ridendo, ha detto: "Ma ragazzi si deve fare."La svolta è arrivata con il Festival delle Arti Popolari. Le feste di inaugurazione stagionale sono cresciute progressivamente: dalla piazzetta Santa Giulia alla strada davanti al teatro. "Ci siamo detti: il teatro non ci basta più, cioè queste quattro mura non ci bastano più. La cultura deve esplodere, ci deve essere questa esplosione in strada." Il primo anno era un solo giorno, poi due, quest'anno cinque giorni con il tema della "ricreazione" - intesa sia come pausa che come ricostruzione. "L'idea che volevamo passare era proprio: lo spazio è vostro, dovete prendervelo, dovete impossessarvene e farlo vostro."L'ultimo festival ha visto la strada piena di persone dalle 10 di mattina alle 11 di sera. "Alla sera siamo saliti sul palco per presentare i gruppi finali e vedevi tutta una testa fino in fondo, fino a Corso Regina ed era una meraviglia." La soddisfazione è palpabile: "Vedere il teatro pieno, vedere la strada invasa, è proprio qualcosa che ti nutre e ti dice: ha un senso fare questa cosa."Non mancano però le difficoltà. Quest'anno hanno dovuto affrontare persino minacce di morte da un vicino infastidito: "Vi voglio morti! Abbiamo dovuto chiamare i carabinieri." Ma nemmeno questo ha rovinato la giornata. "Già a metà giornata questo era dimenticato perché veramente vedere tutte queste persone che aderiscono a questa festa ti riempie il cuore."

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