Sandro Penna è il solo poeta italiano del Novecento il quale abbia tranquillamente rifiutato, senza dare in escandescenze, la realtà ideologica, morale, politica, sociale e intellettuale del mondo in cui viviamo”.
Penna nasce a Perugia nel 1906 e muore a Roma nel 1977. Fa parte, insieme a Giorgio Caproni ed Attilio Bertolucci, di quella che Pasolini definiva la “linea anti novecentesca” per lo stile e il linguaggio particolari utilizzati. Penna, Caproni e Bertolucci non adoperano un linguaggio aulico bensì un linguaggio volutamente chiaro, immediato e di facile comprensione.
Penna era un ragioniere di formazione, poco incline al lavoro e affetto da nevrosi. Le sue poesie sono poesie soprattutto d’amore e molto descrittive. Io le trovo talmente intense che a leggerle ad alta voce sembra prendano forma ed ogni singolo verso sembra farsi realtà. I suoi versi sembrano dei veri e propri quadri miracolosi, nonostante la loro brevità, quadri raffiguranti una sola nitida immagine dalla forza e potenza straordinarie. Nei suoi versi ci sono naturalezza, grazia, desiderio, diversità, assolutezza e a volte mostruosità.
Felice chi è diverso essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso essendo egli comune.
… a Sandro Penna di Pier Paolo Pasolini
“Ho fatto un culto di Penna: e, come tutti i culti, esso mi dà il rimorso di non essere così forte e fedele da praticarlo degnamente.[…]In questa vita lui si è tenuto in disparte, a contemplarla, come un animale buono, che qualche volta deve pur nutrirsi, e allora è costretto a predare, non potendo vivere di pura contemplazione, di “gioia e dolore di esserci”. Avrà dunque compiuto anche lui i suoi peccati, e anche la sua coscienza avrà laboriosamente lottato per giustificarsene.
E ciò l’avrà reso patetico come il personaggio di una grande opera, che quasi non canta. Questa tenerezza della miseria umana lo circonda come una aureola terrestre intorno a un capo celeste. Non dico che queste parole lo rappresentino del tutto fedelmente, e che non possano prestarsi a qualche equivoco, per un estraneo che legga questa nota: sì, infatti oltre che miseramente patetico, è anche un po’ buffo.
E ciò contraddice alla sua immagine santa che sto delineando. Contraddice, intendo, nei termini usuali con cui si discorre: in realtà tutti i santi sono patetici e buffi. In cosa consiste la sua santità? Nel silenzio con cui ha rinunciato alla vita e al suo godimento così come è inteso nella nostra parte di storia in cui siamo apparsi su questa terra"...