• Posizione di Fowler: quando usarla e perché fa la differenza
    Dec 14 2025

    La posizione di Fowler è una delle tecniche di posizionamento più utilizzate in ambito sanitario, ma anche una delle più spesso applicate in modo automatico, senza una reale consapevolezza clinica. In questa prima puntata di Voci dal Reparto analizziamo in modo approfondito cos'è davvero la posizione di Fowler, quando utilizzarla e perché funziona, partendo dalla pratica quotidiana di reparto.

    La posizione di Fowler consiste in una postura semi-seduta, con il busto sollevato rispetto alla posizione supina, generalmente con un'inclinazione compresa tra 30° e 45°. Questo assetto favorisce l'espansione polmonare, migliora la ventilazione, riduce la fatica respiratoria e contribuisce al comfort del paziente. È una posizione fondamentale nella gestione di pazienti con dispnea, insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco, edema polmonare e nel post-operatorio.

    Durante l'episodio approfondiamo le indicazioni cliniche, i contesti assistenziali in cui la posizione di Fowler trova maggiore applicazione (ospedale, terapia intensiva, sala operatoria e assistenza domiciliare) e il suo ruolo nella prevenzione delle piaghe da decubito, grazie alla riduzione delle pressioni prolungate e al miglioramento della circolazione.

    Analizziamo inoltre le diverse varianti della posizione di Fowler:

    • Fowler bassa (15°-30°)

    • Semi-Fowler (30°-45°)

    • Fowler alta o sedia semiseduta (45°-90°)

    Per ciascuna variante vengono illustrati benefici, limiti e criteri di scelta in base alla condizione clinica del paziente, sottolineando l'importanza della personalizzazione del posizionamento.

    Ampio spazio è dedicato alla procedura corretta di posizionamento, con indicazioni pratiche su:

    • regolazione del letto

    • utilizzo dei cuscini

    • supporto degli arti inferiori

    • prevenzione di compressioni vascolari e stiramenti nervosi

    • monitoraggio del comfort e della postura nel tempo

    Non mancano i rischi e le precauzioni, spesso sottovalutati, come le possibili compressioni nervose, i problemi circolatori e le controindicazioni in pazienti con instabilità vertebrale o lesioni cutanee. Viene ribadita l'importanza della formazione degli operatori sanitari e del lavoro integrato tra infermieri, OSS e altri professionisti della salute.

    Infine, confrontiamo la posizione di Fowler con altre posizioni di decubito, come la supina e la Trendelenburg, per comprenderne le differenze e le reali indicazioni cliniche.

    Un episodio pensato per OSS, operatori sanitari, studenti e professionisti, ma anche per chi vuole capire davvero cosa c'è dietro un gesto assistenziale quotidiano.
    Perché in reparto la sanità non è solo teoria: è pratica, esperienza e responsabilità.

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