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By: UnicaRadio.it
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Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti© Unica Radio Music Politics & Government Social Sciences
Episodes
  • Intervista Bastarde Gloriose
    12 mins
  • Annalena Cogoni: il futuro della botanica
    Dec 25 2025
    Ai microfoni di Unica Radio Annalena Cogoni che ci parlerà di scienza, ambiente e dell'importanza della biodiversità per il nostro futuro.

    Annalena Cogoni ricopre il ruolo di docente di botanica presso l’Università di Cagliari e dirige con grande passione l’Orto Botanico della città. Ha accolto volentieri gli studenti di ogni ordine e grado perché organizzava laboratori che coinvolgevano i bambini fin dall’infanzia e i ragazzi delle scuole superiori. Sosteneva che la curiosità e la conoscenza profonda delle materie biologiche alimentavano la libertà di scegliere i percorsi scientifici. La direttrice affermava che la passione che i professori e le famiglie trasmettevano ai giovani faceva la differenza nel loro cammino educativo.

    Superare i timori verso le scienze

    La docente spiegava che la bravura non era un dono innato, ma arrivava con l’applicazione costante e lo studio quotidiano. Esortava le studentesse a non temere le materie STEAM, poiché nessun limite frenava chi possedeva un interesse sincero per la ricerca scientifica. I professori accompagnavano i ragazzi durante le lezioni e spiegavano come superare ogni ostacolo attraverso l'approfondimento dei temi che suscitavano interesse. Ella credeva che la consapevolezza delle proprie capacità crescesse man mano che si affrontavano le sfide della conoscenza con volontà.

    Il ruolo delle piante contro il clima che cambiava

    Riguardo all'emergenza climatica, Annalena Cogoni indicava la necessità di ridurre le emissioni che causavano il riscaldamento del pianeta. Le piante assumevano un ruolo centrale in questa battaglia perché catturavano l'anidride carbonica e proteggevano la biodiversità del territorio. I polmoni verdi e le foreste urbane garantivano il benessere delle persone, poiché la città stessa costituiva un ecosistema dove la natura e la vita quotidiana si intrecciavano costantemente.

    Innovazione e strumenti tecnologici

    L’innovazione richiedeva competenze trasversali che univano la scienza all’economia e alla storia dei luoghi in cui l'uomo viveva. Ella illustrava come la botanica moderna utilizzava tecniche molecolari avanzate e codici speciali, come il barcoding, per identificare le specie in modo rapido. Gli erbari e le banche del germoplasma custodivano la memoria della terra e permettevano di fare previsioni utili sui cambiamenti futuri. Ogni ricerca mirava a un equilibrio dove l’umanità viveva meglio grazie alla salute complessiva dell’ambiente.

    Un invito alla caparbietà per i giovani

    Infine, la direttrice esortava i giovani alla curiosità e alla caparbietà verso tutto ciò che li circondava. Ella stessa amava profondamente il suo percorso in Scienze Naturali e ringraziava i docenti che incontrava lungo la via. Suggeriva di non temere le sconfitte, poiché ogni intoppo offriva l'esperienza necessaria per proseguire con forza nel mondo della ricerca. La passione restava il motore principale per chi desiderava migliorare il mondo attraverso la scienza e la tutela della natura.

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    13 mins
  • Alessandra Carucci: l’ingegneria per l’ambiente
    Dec 24 2025
    Ai microfoni di Unica Radio Alessandra Carucci ci racconta il suo percorso come docente di ingegneria ambientale e le ricerche innovative condotte presso l'Università di Cagliari per combattere l'inquinamento delle acque

    Alessandra Carucci descriveva come la passione per la scienza muoveva i suoi passi verso la tutela del territorio. Quando frequentava il liceo scientifico a Roma, le ragazze in classe erano poche, ma il suo talento per la matematica appariva subito evidente. Un professore di disegno le suggeriva allora di intraprendere la carriera di ingegnera. La ricercatrice seguiva quel consiglio e iniziava un percorso che la portava a diventare la prima preside donna della facoltà di ingegneria e architettura presso l’Università di Cagliari. Durante la sua carriera non incontrava ostacoli o pregiudizi significativi, pur lavorando in un ambiente in cui la presenza maschile prevaleva.

    La depurazione biologica delle acque

    Il nucleo della sua attività riguardava il trattamento delle acque reflue che provenivano dalle abitazioni e dalle industrie. Alessandra Carucci spiegava che depurare l’acqua era fondamentale per evitare l’inquinamento di mari, fiumi e laghi. Negli studi che conduceva, prediligeva i processi biologici perché sfruttavano i batteri e i microrganismi invece delle sostanze chimiche. Questi piccoli organismi utilizzavano lo sporco come fonte di nutrimento e pulivano la risorsa idrica in modo economico e naturale.

    L’innovazione tecnologica permetteva di selezionare batteri capaci di rimuovere l’azoto e il fosforo anche in assenza di ossigeno. Tale metodo riduceva drasticamente il consumo di energia, poiché non servivano più i compressori per soffiare aria nelle vasche di trattamento. Si trattava di una soluzione promettente per rendere i depuratori più sostenibili dal punto di vista economico.

    Il progetto PNRR e l'economia circolare

    La crisi climatica imponeva una gestione oculata delle risorse, specialmente in una regione come la Sardegna che soffriva per lunghi periodi di siccità. Per questo motivo, la docente coordinava un vasto progetto legato al PNRR che puntava sull’innovazione regionale. Il piano si divideva in vari rami che includevano la protezione delle coste, la tutela delle lagune e il monitoraggio dei siti minerari.

    Un aspetto centrale riguardava l'economia circolare, dove gli scarti dell'industria casearia e agricola diventavano nuove materie prime. I batteri trasformavano il siero di latte in bioplastiche biodegradabili o producevano biometano per generare energia pulita. Questo approccio eliminava i rifiuti e chiudeva il ciclo produttivo, riducendo l’impatto ambientale complessivo.

    Un consiglio per le nuove generazioni

    In conclusione, Alessandra Carucci rivolgeva un messaggio incoraggiante ai giovani studenti che dovevano scegliere il proprio futuro. Suggeriva di seguire sempre le passioni e di osservare con curiosità le molteplici possibilità che l’Università di Cagliari offriva. Sottolineava inoltre quanto l'interdisciplinarità fosse vitale: per salvare l’ambiente serviva la collaborazione tra ingegneri, biologi, geologi e botanici. Solo unendo le conoscenze si potevano affrontare con successo le sfide ecologiche del domani.

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    17 mins
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