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Bloooog! il Bar Sport di Fabrizio Bocca

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By: Fabrizio Bocca
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Bloooog!, la parola blog urlata come Gooool!, è il popolare Bar Sport il cui autore è Fabrizio Bocca, per 39 anni giornalista a La Repubblica, sempre allo Sport. Parliamo di calcio e di campioni per parlare di tutto e soprattutto della nostra vita. Gol, storie, racconti, ricordi, un ambiente molto social e molto amichevole. Come in un vero Bar Sport appunto.Fabrizio Bocca Football (Soccer)
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Episodes
  • Le bandiere di Roma-Atletico Bilbao
    Mar 7 2025
    COSA CI DICONO LE BANDIERE GIALLOROSSE DI ROMA-ATLETICO BILBAO
    Bandiere. Migliaia e migliaia di bandiere. Non c’è nulla di più bello di una notte allo stadio, e non c’è sport che emotivamente equivalga il calcio. Per un semplice motivo: che nella moltitudine smettiamo di essere noi stessi per diventare parte di un universo. Come un astronauta che nello spazio crede di essere una stella e di comporre il sistema universale ben oltre il granello di sabbia che realmente rappresenta.
    Osservo lo Stadio Olimpico in uno sventolio di bandiere giallorosse come raramente si è visto e non se ne può rimanere indifferenti. Non ho più tempo né forse voglia di sapere o di comprendere una certa sociologia o anche composizione chimica del calcio che è finito col diventare tanta parte di noi stessi. Lo accetto così, senza una spiegazione metafisica, tanto complessa, pervasiva, profonda è diventata la sua intrusione.
    Si va dal tifo più semplice e passionale (“Febbre a 90” di Nick Hornby) alla sua degenerazione violenta, becera e criminale (“La tribù del calcio” di Desmond Morris). Si parte da un amore puro e tutt’al più carnale per finire agli hooligans o ai recenti omicidi di mafia da stadio a Milano, perdendo così qualsiasi connessione tra punto di partenza e di arrivo.
    A me francamente non sta bene già certo estremismo, il tifo portato a religione. Né voglio fare confronti tra le varie tifoserie - Napoli o Juventus, Milan o Inter - vale per tutti. La bandiera sventolata a un certo punto ci dice che il tifo va semplificato e riportato all’origine primordiale, per riscoprirne il valore, come se si dovesse ricominciare da capo. E per disconnetterlo totalmente dalle sue deviazioni.
    L’aspetto più sorprendente e affascinante è che Roma-Atletico Bilbao valeva per l’andata di un ottavo di finale di Europa League, cioè sostanzialmente nulla. La partecipazione era/è totalmente disinteressata, emozione e basta, un sentirsi come un puntino luminoso parte dell’universo. La perfezione nell’infinitamente piccolo.
    ***
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  • Il Milan, Fonseca e L'Arbitro: commedia sexy all'italiana
    Dec 11 2024
    Il Milan, Fonseca e l’Arbitro (col Var nell’ombra e per complice), rappresentano il classico triangolo tipico della commedia all’italiana. Una "certa" commedia all’italiana, non il neorealismo di Rossellini, Germi o De Sica. Non mi permetterei mai. Nel cinema lo schema classico è Lui, Lei e l’Altro (o l’Altra), con la figura del Cornuto o della Cornuta a seconda del canevaccio. Volgare e rozzo, lo ammetto, ma è così. Nella lunga teoria di grandissimi attori e attrici che si sono cimentati col genere dò la mia preferenza al grande Renzo Montagnani, che sulla commedia scollacciata e porchereccia vicino a straordinarie bellezze come Edwige Fenech o Barbara Bouchet, costruì la sua notorietà. E anche il conto in banca, che ammise lui stesso, si gonfiava così assai più che non andando a recitare in teatro, in modo ancor più ispirato, “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo. Il grande Renzo ne era cosciente e pur soffrendone professionalmente per l'etichetta che si ritrovava appiccicata, non si sottraeva all’ingrato ma ben remunerato compito - anche per un serio problema familiare che lo angosciò purtroppo tutta la vita - di girare tra tette e culi al vento. Sapendo che quello comunque era il suo destino e se non c’erano altre strade, vabbè sarebbe anche potuta andar peggio. La gente riempiva i cinema, faceva il pieno agli occhi, e si faceva pure quattro facili risate. Western, cinema sexy e calcio, eravamo fatti di questo strano blob. Ecco se oggi tutti avessimo consapevolezza che più o meno il quadro di fondo in cui il calcio si agita è questo, e non quello della geopolitica internazionale o della macroeconomia sovranazionale, riporteremmo tutto alla giusta dimensione. Ridando così a un rigore o un gol contestato, lo stesso effetto di quando al cinema inquadravano le tette della Edwige e il grande Renzo mugolava in fiorentino davanti a esse. Ogni volta che vedo tifosi e addetti ai lavori accalorarsi così tanto per un fatto di campo, vorrei dir loro: “Guarda che ti stai scaldando non per la giustizia dei popoli ma perché sei dentro “La moglie in vacanza… e l’amante in città”. “ Insomma sei da quelle parti, dunque vola basso. Se proprio vogliamo completare la sempre meritoria opera di dissacrazione del football asceso a un mix di religione, intrigo e guerra di potere, sappiate allora che nel caso del triangolo “Milan-Fonseca-Arbitro” abbiamo più o meno lo stesso schema della commedia cinematografica all’italiana, solo che la trama ancora non ci ha svelato chi sia il Cornuto. Ruolo fondamentale nella facile e popolaresca sceneggiatura. Se Fonseca, tradito dall’arbitro e per questo in forte difficoltà davanti al Milan con cui divide il tetto coniufgale. Se lo sia il Milan perculato da Fonseca stesso, il quale scarica sull’arbitro le colpe del suo fallimento. Se l’arbitro terzo incomodo stesso il quale l’avrebbe combinata talmente grossa e adesso subisce la vendetta di moglie e marito alleati. E via così in mille altri possibili intrecci e finali. Credo che quando fu introdotto il Var, alias moviola in campo, nessuno di noi immaginasse una tale mole di danni collaterali, di equivoci, strumentalizzazioni, illusioni, perfezionismi, negazionismi, cavillosità, turbolenze. Ogni domenica sera in tv sento teorizzare di giustizia, compatibilità, omogeneità, uniformità. Come se fossimo dentro un drama giudiziario americano. Gestire una partita di calcio oggi, dal prima al dopo, è assai più complicato di istruire un processo penale vero, con gli imputati che alla fine entrano in galera o si salvano dall'iniezione letale.. Ecco la figura di Fonseca che si è costruito negli anni l’immagine di Zorro, giustizierie mascherato e difensore dei diseredati, non coincide affatto con quella improvvisa di allenatore No Vax e Terrapiattista, che vede complotti arbitrali a favore dell’ Atalanta (una new entry nel genere), scie chimiche sopra la testa di De Ketelaere. e l’arbitro La Penna ritratto come Darth Vader. Non solo è un ruolo che non gli compete, ma non lo sa nemmeno fare, perché non si può scimmiottare il connazionale Mourinho se non si ha dentro lo stesso innato fuoco dell’ Anticristo. Sarò volgare, circondiamo l’immagine di Zorro Fonseca di quelle tette, culi e facce di Renzo Montagnani che hanno fatto la fortuna di un certo genere, quando si andava al cinema e alla partita con la stessa facilità e spensieratezza, e vedrete che tutto tornerà nella sua reale, concreta, vera, umana dimensione. La Commedia Sexy!***BLOOOOG! IL BAR SPORT DI FABRIZIO BOCCA
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  • Manchester City e Psg, lacrime di petrolio
    Nov 27 2024
    Anche i ricchi piangono lacrime di petrolio e forse gli sceicchi si staranno chiedendo adesso che c’azzeccano loro con il calcio.
    Le crisi sconvolgenti del Manchester City e del Paris Saint Germain, facenti capo ai grandi potentati economici degli Emirati Arabi e del Qatar, non vanno spiegate e argomentate, ma contemplate con reverenza religiosa. E anche sottile e perfida goduria. Come se il buon dio del calcio avesse finalmente scatenato un diluvio universale a riportare giustizia e a vendicare lo scempio di chi ha fatto del denaro un totem assoluto, il gol più importante. E trasformato il calcio in un’arena per lupi di Wall Street.
    Non si contano più i gol, ma i miliardi investiti per campioni, e passi, ma anche per solenni mezze sòle. Di fatto proiettando il football degli ultraricchi in un universo parallelo e inaccessibile, dal prezzo di ingresso proibitivo.
    Se il calcio oggi è diventato una questione di alta finanza internazionale, se ormai sul mercato non si vendono e comprano più solo calciatori ma club interi, facendo shopping di sentimenti, storia e tradizione centenaria, ebbene in parte è anche colpa loro che hanno aperto la strada ai raider del football e ai famigerati CEO che di calcio non capiscono un tubo ma sono lì solo per puro ed esclusivo business, propaganda politica e perfino il cosiddetto sportwashing.
    Ma arriva un momento in cui sul grande castello si aprono crepe e tutto sembra venire giù. Il Manchester City è di fronte a un clamoroso e storico processo sportivo che investirà la sua condotta negli ultimi anni, incolpato di aver barato sui limiti finanziari imposti dalla Premier League.
    Pep Guardiola c’è finito in mezzo perdendo anche se stesso. Dopo i 3 gol rimontati dal Feyenoord in Champions League ha praticato sul suo corpo addirittura atti di masochismo, per la prima volta in vita sua conosce l’onta delle sconfitte pesanti, degli schiaffoni e delle umiliazioni. Pensate allo shock se il City fosse condannato addirittura alla Serie B.
    Il Paris Saint Germain non ha accettato l’affronto di essere stato tradito da Mbappé per il Real, Luis Enrique porta sempre dentro di sé l’idea di un un calcio troppo cerebrale e non certo per tutti. Luis è un clamoroso separato in casa nel grande mondo del football: un incompreso che non capisce gli altri e gli altri non capiscono lui.
    I miliardi investiti dal Qatar non sono stati sufficienti ancora a vincere la Champions League, anzi dalla Champions il Psg ha preso spesso cazzotti e pernacchie. Nemmeno con Messi, Neymar e Mbappé tutti insieme ci sono riusciti. Accumulare campioni e grandi nomi così come vengono a cosa è servito rispetto alla colossali cifre investite? A franare in basso da sempre più in alto.
    In questi anni di calcio finanza si calcola che gli sceicchi di Manchester City e Psg abbiano investito nei loro club almeno cinque miliardi di dollari in calciatori, ma più per interessi politico finanziari che reale interesse per il football. Che è soltanto una delle tante rotelle della grande macchina mediatica e comunicativa di certi paesi dove la democrazia è solo un fastidio.
    E adesso che il football presenta il vero conto a questi ultra ricchi del pallone noi che veniamo dal calcio popolare e di strada, non possiamo che perfidamente sghignazzare e accogliere a braccia aperte la grazia ricevuta.
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