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Ada è un’anziana vedova che vive a Oxford. Sola, senza figli e senza nipoti, nel vuoto di una grande casa colma di ricordi del marito, professore universitario appena scomparso. Ha paura di diventare invisibile, di essere dimenticata. Eliza, sorriso incerto e stile essenziale, sta facendo un dottorato e studia italiano. È cresciuta in una famiglia disastrata, abbandonata a se stessa, sola. Si è sempre sentita fuori posto, anche a scuola, dove non ha mai avuto i mezzi economici dei suoi compagni di studio. Nonostante tutto, è sempre andata avanti.

Una madre affascinante e tormentata, una nonna originaria di Mosca e una bambina che, nonostante le difficoltà, non si arrende. E poi c'è lui, un barone siciliano senza scrupoli, noto come "il Ratto". Le tre protagoniste, spostandosi tra Beverly Hills, Roma e Cap Ferrat, si trovano coinvolte in un turbinio di rancori, accuse e riconciliazioni apparenti. Questa piccola saga femminile è una disperata ricerca di equilibrio, che sembra sempre sfuggire, guidata dal mantra di famiglia: "Non siamo come gli altri, siamo diverse, siamo anime slave!".

Ci sono le ferite materiali, esposte, visibili: per curarle, facciamo ricorso a una buona cassetta di primo soccorso. Poi c’è un altro tipo di malanni, meno tangibili ma capaci di bruciare e fare male altrettanto, se non di più: quando l’infortunio si annida tra i nostri pensieri, quando a essere feriti sono i nostri sentimenti, ci viene in aiuto Libri di primo soccorso per l’anima. Un prontuario organizzato in sedici “scomparti”, ciascuno dedicato a un’emergenza emotiva e ben rifornito di consigli letterari per curare o alleviare il disagio in questione.

DUE DONNE. UN FIORE PREZIOSO. UN SEGRETO TERRIBILE, NASCOSTO DA CINQUE SECOLI. 1541. Sola nella gelida torre di una tenuta nel Suffolk, Eleanor intinge la penna nell’inchiostro e inizia a scrivere. Non c’è più tempo, ormai, per fare ciò che è necessario. Gli uomini del re Enrico VIII stanno arrivando, e lei deve andarsene in fretta e lasciare la dimora in cui è stata tanto felice. Soprattutto deve abbandonare i campi di zafferano, la pianta preziosa come l’oro i cui semi le sono stati donati dai monaci che l’hanno cresciuta.