In questo episodio analizziamo la nascita, l’affermazione e il consolidamento del Fascismo italiano, seguendo da vicino la figura di Benito Mussolini e l’evoluzione di un regime che trasformò radicalmente la vita politica e sociale del Paese.
Ricostruiamo le origini del movimento, il clima di instabilità del primo dopoguerra e il progressivo smantellamento delle istituzioni democratiche che portò all’instaurarsi della dittatura.

Approfondiamo poi i cardini dell’ideologia fascista: il culto dell’azione, l’esaltazione della nazione, l’uso delle teorie di Giovanni Gentile per costruire lo stato etico-corporativo e la centralità del Partito come strumento di controllo totalizzante. Esaminiamo la repressione del dissenso, le politiche economiche autoritarie e l’imponente apparato di propaganda che plasmò scuola, cultura e tempo libero.

Una sezione fondamentale è dedicata ai rapporti con la Chiesa Cattolica, culminati nei Patti Lateranensi, che segnarono una svolta nei rapporti tra Stato e Vaticano.

Un percorso chiaro e approfondito dentro uno dei capitoli più complessi e drammatici della storia italiana, per comprendere come il Fascismo abbia modificato le istituzioni, la società e l’identità nazionale.

In questo episodio esploriamo il mondo nel difficile equilibrio del primo dopoguerra, un periodo che ridisegna la geografia politica e trasforma profondamente le società.

Partiamo dalla Conferenza di Pace di Parigi e dai trattati che ne derivarono, come quello di Versailles, analizzando il ridimensionamento della Germania e la dissoluzione degli imperi austro-ungarico e ottomano, da cui nacquero nuovi stati nell’Europa centro-orientale.

Approfondiamo poi le conseguenze economiche e sociali del conflitto: l’inflazione, la disoccupazione e le tensioni che sfociarono nel biennio rosso, insieme alle grandi spinte indipendentiste come quella guidata in India da Gandhi.

Infine, osserviamo il nuovo assetto del Medio Oriente, segnato dalla fine dell’Impero ottomano e dall’ascesa del nazionalismo turco di Atatürk, e i profondi mutamenti dell’Asia orientale, tra cui la guerra civile cinese tra comunisti e nazionalisti.

Un viaggio tra rivoluzioni, nuovi equilibri internazionali e fermenti sociali che hanno preparato il terreno al mondo contemporaneo.

In questo episodio ripercorriamo le tappe decisive dell’Italia post-unitaria, un periodo complesso segnato da profondi cambiamenti politici, sociali ed economici.
Partiamo dalla fase dominata dalla Destra storica (1861-1876), alle prese con le sfide dell’accentramento amministrativo, del brigantaggio e del difficile pareggio di bilancio raggiunto attraverso una rigida politica fiscale.

Ci spostiamo poi sull’epoca della Sinistra storica (1876-1896), guidata da Agostino Depretis e successivamente da Francesco Crispi. Analizziamo riforme cruciali come l’allargamento del suffragio, l’abolizione della tassa sul macinato e l’ascesa del trasformismo, che modificò in profondità il funzionamento della vita parlamentare.

Chiudiamo con la crisi di fine secolo e l’avvio dell’età giolittiana (1903-1914), un periodo in cui l’Italia, pur divisa, compie passi significativi verso la modernizzazione economica e il riformismo sociale. L’industrializzazione del Nord, però, contrasta con una Questione Meridionale ancora irrisolta e con un sistema politico spesso appesantito da pratiche clientelari.

Un viaggio chiaro e avvincente attraverso mezzo secolo di storia nazionale, utile per comprendere le radici politiche e sociali dell’Italia contemporanea.

hanno trasformato la letteratura in un laboratorio di osservazione rigorosa della realtà.
Partiamo dal Positivismo, con la sua fiducia assoluta nella scienza e nel progresso, per comprendere il contesto culturale da cui nasce il Realismo. Analizziamo la sua opposizione al Romanticismo e il suo intento di raccontare la vita quotidiana con precisione e obiettività, attraverso autori come Balzac e Flaubert.

Poi ci spostiamo in Francia con il Naturalismo di Émile Zola, che radicalizza l’approccio realistico adottando un metodo quasi scientifico per descrivere le dinamiche sociali come vere e proprie “patologie” collettive.

Infine, approdiamo in Italia con il Verismo di Giovanni Verga, che traduce l’impersonalità e l’osservazione oggettiva in un contesto rurale segnato da povertà, immobilismo e destino avverso. Approfondiamo I Malavoglia come esempio emblematico di una narrativa che rinuncia a giudicare e lascia parlare direttamente il mondo dei vinti.

Un viaggio nella letteratura che sceglie di guardare il reale senza filtri, rivelando le tensioni, le ferite e le verità nascoste dell’Ottocento europeo.