Testimoni della Storia cover art

Testimoni della Storia

By: testimoni della storia (podcast producer Flavio Carbone)
  • Summary

  • “Testimoni della Storia. 1943” è un progetto collaborativo di narrazione che racconta 50 biografie di italiani che fecero scelte coraggiose nei momenti più drammatici del 1943. Un anno tragico in cui si consumarono sofferenze, morti, devastazione, ma anche tantissimi atti eroici di uomini e donne che presero coscienza del proprio ruolo e agirono in base al proprio senso del dovere, alla propria fede, ai propri ideali per prendere parte, per difendere un Paese, il proprio. Il progetto ha ottenuto il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa, della SISM e dell'ANRP
    testimoni della storia (podcast producer Flavio Carbone)
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  • Testimoni della Storia 1943. Il Finanziere Bachisio Mastinu. Al servizio della Resistenza
    Dec 7 2023
    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo. I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto. Testimoni della Storia 1943. Il Finanziere Bachisio Mastinu. Al servizio della Resistenza Bachisio Mastinu nacque a Bolotana (Sassari) il 13 ottobre del 1909. Arruolatosi nella Regia Guardia di Finanza, il 1° novembre del 1928 iniziò la carriera nel Corpo, assegnato alla Brigata di frontiera di Prabello, lungo il confine con la Svizzera. Poi prestò servizio in altre delicate località di frontiera. Nel febbraio del 1943 lo troviamo, invece, in servizio presso la Brigata “volante” di Borgomanero, in provincia di Novara. E fu lì che Bachisio Mastinu fu chiamato ad operare una scelta, allorquando, dopo l'8 settembre 1943, anche la provincia di Novara fu occupata dai nazi-fascisti. Pur mettendo a rischio la sicurezza sua e della sua famiglia, Bachisio scelse la via più difficile: quella di offrirsi di imbracciare le armi al fianco dei tanti patrioti che avevano dato vita alle numerose Bande partigiane operanti nella zona. Bachisio entrò così a far parte, pur non dandosi inizialmente alla macchia, del gruppo di patrioti capeggiato dal Tenente di Fanteria Alfredo Di Dio, operante in Val d’Ossola, del quale divenne fiancheggiatore, fornendo preziose notizie, armi ed equipaggiamenti militari. Nei mesi che seguirono – siamo tra il febbraio-marzo del ’44 – il partigiano con le Fiamme Gialle fu notato da “Giorgio”, nome di battaglia di Aminta Migliari, un giovane patriota di Gozzano (Novara) che proprio in quei giorni stava organizzando, nella stessa Gozzano, il cosiddetto S.I.P. (“Servizio Informazioni Patrioti”), inizialmente costituito come rete informativa locale per l’organizzazione partigiana di Alfredo Di Dio. Nel marzo del 1945 il S.I.P. cambiò denominazione, assumendo quella di S.I.M.N.I. (“Servizio Informazioni Militari Nord Italia”), che di fatto, con i suoi 354 agenti effettivi, sarà la rete spionistica ed informativa più consistente della Resistenza, direttamente dipendente dal Corpo Volontari della Libertà del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale). Il S.I.M.N.I., che era in rapporto diretto con la “Missione Chrysler” del servizio segreto americano OSS (“Office of Strategic Service”), metterà a segno, sino all’epilogo dell’aprile 1945, numerose ed importanti missioni di guerra. Il Mastinu dovette operare veramente tanto, e bene, se è vero, come è vero, che nell’aprile del 1945 lo troviamo citato in un documento ufficiale del S.I.M.N.I. con il grado di Appuntato di Finanza e, soprattutto, con quello di “Agente Capo” del medesimo Servizio. Ebbene, l’agente Mastinu verrà trattenuto presso il Comando Centrale del S.I.M.N.I. anche dopo la Liberazione, come emerge in una lettera che il Comandante “Giorgio” indirizzò al Comando del Circolo della Regia Guardia di Finanza di Novara il 14 di maggio. Ripreso il servizio in Finanza, fu da questa posto in congedo il 5 novembre del 1958. Si spense a Piedimulera, in provincia di Verbania l’8 marzo del 1989, a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno. Testo e voce a cura di Gerardo Severino. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio. Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.
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  • Testimoni della Storia 1943. I Carabinieri della Stazione Napoli Porto
    Nov 30 2023
    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo. I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto. Testimoni della Storia 1943. I Carabinieri della Stazione Napoli Porto Napoli accolse la comunicazione dell’armistizio con grande sorpresa. Fino a quel momento non era trapelata alcuna notizia circa la possibilità di interventi esterni, da parte potenze straniere che potessero sostenere la situazione italiana. Per cui, la comunicazione di quanto si stava prospettando entusiasmò i Napoletani, al punto che tutta la popolazione si riversò esultante per le strade uscendo festante dai rifugi dove era stata costretta a vivere negli ultimi mesi. Il comando tedesco vedeva i Carabinieri con una certa diffidenza, tanto che furono predisposti attacchi improvvisi alle caserme dell’Arma. Fu attaccato anche il Palazzo dei Telefoni, assegnato alla vigilanza dei carabinieri della Stazione di Napoli-Porto. Inizialmente fu presidiato da un reparto del 40° Fanteria, una centinaia di soldati e alcuni ufficiali, rinforzato da trenta carabinieri, «tra i quali vi sono anche quelli della stazione di Napoli-Porto». Verso le ore 14,00 dell’11 settembre i tedeschi tentarono l'occupazione del Palazzo dei Telefoni. Con diversi autocarri ed una camionetta fu tentato l’assalto di sorpresa all’edificio. Sventata tempestivamente la manovra, i militari a protezione del palazzo reagirono. Dopo 45 minuti i tedeschi si dettero alla fuga. Rimasero sul posto, fino a sera, quattro carabinieri della stazione Porto in servizio di vigilanza. A tarda sera anche questi furono ritirati e i tedeschi occuparono l’edificio. Il 12 settembre, giunse a Napoli la divisione corazzata “Hermann Goring” sistemandosi nei pressi dell’Università. I nuovi giunti saccheggiarono le abitazioni e incendiarono l’Università. Gli abitanti del rione dovettero assistere di un marinaio della Regia Marina davanti al cancello dell’Ateneo. Intanto un gruppo di soldati tedeschi attaccò la caserma dei carabinieri Porto. I militari dell’Arma, nonostante la superiorità nemica, reagirono con bombe a mano e con i mitra, furono costretti ad arrendersi esaurite le munizioni. Così i tedeschi irruppero nei locali della stazione catturando i presenti. Erano in tredici e, mentre scendevano le scale della caserma, si imbatterono nell’appuntato Emilio Ammaturo che si accingeva a prendere servizio. Tutti i 14 carabinieri furono condotti davanti al palazzo dell’Università. Da qui su un autocarro raggiunsero Aversa, dove era stato approntato un campo di concentramento. Nella notte, i carabinieri ed altri prigionieri furono trasportati in località “Madama Vincenza”, nei pressi di Teverola, frazione di Fertilia, in provincia di Caserta. Verso le 15 del giorno dopo, condotti in un vallone, i 14 carabinieri e 2 civili furono travolti dalla scarica della mitragliatrice che per ben due volte sventagliò i proiettili contro i malcapitati, i quali, impassibili e senza alcun gesto di ribellione sfidarono la morte. Fu poi conferita a quei Carabinieri la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Testo e voce a cura di Vincenzo Longobardi. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio. Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.
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    10 mins
  • Testimoni della Storia 1943. Italo Piccagli e Radio CORA
    Nov 23 2023

    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

    I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.

    Testimoni della Storia 1943. Italo Piccagli e Radio CORA

    Un altro ufficiale della Regia Aeronautica decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria durante la Guerra di Liberazione fu il Capitano Italo Piccagli. Fiorentino, si era arruolato come pilota, ma nel 1938 fu costretto a transitare al ruolo servizi a causa di una grave malattia al polmone sinistro, conseguenza di una missione di soccorso in mare. Divenne così insegnante di navigazione aerea, meteorologia e cartografia presso la Scuola di Applicazione della Regia Aeronautica a Firenze, dove si trovava al momento dell’Armistizio. Dopo aver aderito alla Resistenza, fu tra gli artefici dell’emittente clandestina Radio CORA, acronimo di COmmissione Radio. Dal gennaio al giugno 1944 Radio CORA mantenne un fondamentale collegamento tra la Resistenza toscana e i comandi alleati fornendo preziose informazioni sui trasferimenti di truppe, sui concentramenti di mezzi militari e sugli apprestamenti difensivi della Linea Gotica. Informazioni che agevolarono la liberazione di Roma e l’avanzata degli alleati. Il 7 giugno 1944, però, i nazifascisti fecero irruzione nella sede dell’emittente, un appartamento a Piazza D’Azeglio, a Firenze. Invano Piccagli si consegnò ai tedeschi per salvare i suoi collaboratori arrestati. Come si legge nella motivazione della Medaglia al Valore, «durante l’interrogatorio, malgrado le sevizie esercitate su di lui e sulla moglie, dichiarò apertamente a fronte alta di essere il Capo e il solo responsabile, di essersi mantenuto fedele al proprio giuramento ed al proprio dovere di soldato e di esserne fiero». Nascose alla moglie, che fu internata in Germania, di essere stato condannato a morte. Sentenza che fu eseguita il 12 giugno 1944 a Cercina, una frazione di Sesto Fiorentino.

    Testo e voce a cura di Stefano Cosci. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata. 

    “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

    Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.

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