Occhi su Gaza, diario di bordo #74 cover art

Occhi su Gaza, diario di bordo #74

Occhi su Gaza, diario di bordo #74

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16 novembre. A Gaza l’inverno entra dalle fessure. Le tende degli sfollati affondano sotto la pioggia, i bambini raccolgono l’acqua con le mani, l’Unrwa ripete che i rifornimenti per il freddo restano fermi ai valichi e che le restrizioni israeliane violano il diritto internazionale. La tregua sembra un telo bagnato che non regge.
A New York si prepara il voto sul piano americano per il dopo-Gaza, mentre la Russia rilancia un testo alternativo che cancella l’autorità di transizione immaginata dagli Usa. In parallelo, l’esercito israeliano lavora già all’ipotesi di un collasso della tregua: un dettaglio che vale più di molte dichiarazioni.
Sul fronte nord il Libano porta all’Onu il reclamo contro il muro costruito da Israele, definito una ferita alla propria sovranità. È il segno che la “calma” non ha smesso di scricchiolare.
La contabilità dei corpi continua a scorrere su due lati: a Tel Aviv le famiglie tornano in piazza per chiedere il rientro degli ultimi tre ostaggi; a Gaza arrivano altre quindici salme, una lista che supera le trecento e che resta in gran parte senza nome. Lo stesso giorno Abu Mazen compie novant’anni, icona di un’Autorità palestinese che partecipa ai colloqui sulla “fase successiva” da una posizione sempre più laterale.
In Italia Tajani ripete la formula del «rafforzare la tregua» e guarda al voto di lunedì, legando l’esito alle scelte di Cina e Russia. La Cisl consegna 553mila euro alla Croce Rossa e richiama l’unico orizzonte possibile, «due popoli, due Stati», mentre nelle città italiane restano i gesti minimi: i ventimila nomi dei bambini di Gaza scritti dai loro coetanei a Brescia; una madre e un bimbo accolti in parrocchia; un blitz per ricordare che il silenzio consuma.
L’ambasciatore israeliano in Italia dice che il problema non è il governo, ma l’opinione pubblica. A Gaza, sotto l’acqua, il problema ha un altro nome: sopravvivere alla tregua.

#LaSveglia per La Notizia

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