Nel secondo episodio entriamo nel luogo più delicato e complesso dell’arte di Robert Mapplethorpe: il corpo. Non un corpo erotico in senso convenzionale, ma un corpo che diventa linguaggio, misura, soglia. Mapplethorpe lo osserva con disciplina classica e desiderio assoluto, trasformando ogni gesto in forma, ogni tensione in bellezza.

Dalla serie dedicata a Lisa Lyon al suo dialogo con la scultura antica, scopriamo come l’artista abbia usato la luce per mettere a nudo non solo la pelle, ma l’anima. La sua non è una ricerca dello scandalo, ma una meditazione sulla fragilità, sulla trasformazione e sulla verità del desiderio.

Con l'artista Jacopo Benassi, la direttrice di Galleria Borghese Francesca Cappelletti, lo psichiatra Paolo Crepet e il curatore Denis Curti esploriamo la complessità di un autore che ha ridefinito il tabù, portando il nudo fuori dagli spazi protetti della tradizione e consegnandolo allo sguardo del mondo contemporaneo.

Un viaggio nel modo in cui Mapplethorpe ha trasformato il corpo in idea, la trasgressione in equilibrio, la luce in una nuova grammatica del desiderio.

Robert Mapplethorpe è stato un alchimista dell’immagine, capace di trasformare il proibito in arte e la luce in scultura. Il suo viaggio nell’arte è stato segnato da un’inquietudine costante, quella di un’America che stava cambiando, dove il corpo diventava icona e la morte, segnata dalla pandemia dell’AIDS, incideva le vite più fragili.

Un racconto che esplora le pieghe di una vita vissuta tra la provocazione e il desiderio di perfezione, con l’intento di svelare cosa si nascondeva oltre le sue opere più celebri.