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Annalena Cogoni: il futuro della botanica

Annalena Cogoni: il futuro della botanica

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Ai microfoni di Unica Radio Annalena Cogoni che ci parlerà di scienza, ambiente e dell'importanza della biodiversità per il nostro futuro.

Annalena Cogoni ricopre il ruolo di docente di botanica presso l’Università di Cagliari e dirige con grande passione l’Orto Botanico della città. Ha accolto volentieri gli studenti di ogni ordine e grado perché organizzava laboratori che coinvolgevano i bambini fin dall’infanzia e i ragazzi delle scuole superiori. Sosteneva che la curiosità e la conoscenza profonda delle materie biologiche alimentavano la libertà di scegliere i percorsi scientifici. La direttrice affermava che la passione che i professori e le famiglie trasmettevano ai giovani faceva la differenza nel loro cammino educativo.

Superare i timori verso le scienze

La docente spiegava che la bravura non era un dono innato, ma arrivava con l’applicazione costante e lo studio quotidiano. Esortava le studentesse a non temere le materie STEAM, poiché nessun limite frenava chi possedeva un interesse sincero per la ricerca scientifica. I professori accompagnavano i ragazzi durante le lezioni e spiegavano come superare ogni ostacolo attraverso l'approfondimento dei temi che suscitavano interesse. Ella credeva che la consapevolezza delle proprie capacità crescesse man mano che si affrontavano le sfide della conoscenza con volontà.

Il ruolo delle piante contro il clima che cambiava

Riguardo all'emergenza climatica, Annalena Cogoni indicava la necessità di ridurre le emissioni che causavano il riscaldamento del pianeta. Le piante assumevano un ruolo centrale in questa battaglia perché catturavano l'anidride carbonica e proteggevano la biodiversità del territorio. I polmoni verdi e le foreste urbane garantivano il benessere delle persone, poiché la città stessa costituiva un ecosistema dove la natura e la vita quotidiana si intrecciavano costantemente.

Innovazione e strumenti tecnologici

L’innovazione richiedeva competenze trasversali che univano la scienza all’economia e alla storia dei luoghi in cui l'uomo viveva. Ella illustrava come la botanica moderna utilizzava tecniche molecolari avanzate e codici speciali, come il barcoding, per identificare le specie in modo rapido. Gli erbari e le banche del germoplasma custodivano la memoria della terra e permettevano di fare previsioni utili sui cambiamenti futuri. Ogni ricerca mirava a un equilibrio dove l’umanità viveva meglio grazie alla salute complessiva dell’ambiente.

Un invito alla caparbietà per i giovani

Infine, la direttrice esortava i giovani alla curiosità e alla caparbietà verso tutto ciò che li circondava. Ella stessa amava profondamente il suo percorso in Scienze Naturali e ringraziava i docenti che incontrava lungo la via. Suggeriva di non temere le sconfitte, poiché ogni intoppo offriva l'esperienza necessaria per proseguire con forza nel mondo della ricerca. La passione restava il motore principale per chi desiderava migliorare il mondo attraverso la scienza e la tutela della natura.

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